Sbarcata oggi su Netflix, la nuova pellicola della Sie assume le connotazioni tipiche dello stupore e dello sbalordimento alla scoperta delle verità con tanto di strepitosi colpi di scena, non tralasciando neanche il gusto della regista per la spettacolarità in alcuni intrecci geometrici. È quello che accade alla famiglia di Margot (Malin Arkman), impeccabile ladra ritiratasi per rifarsi una vita e costruire una famiglia con Ran (Ken Marino). Stravolti dalla rivelazione della vera identità della donna, l’uomo e i figli saranno catapultati in una vita avventurosa che porterà i ragazzi a crescere e misurarsi con se stessi, tema elargito da parte del cast con intraprendenza e irriverenza talvolta dissacrante.
Celebre regista di video musicali ma non solo, l’autrice americana apprezzata già dietro a pellicole come Pitch Perfect 3 e Step Up: All in, torna con un prodotto generazionale fresco e coinvolgente, strutturato su soggetto e sceneggiatura di Sarah Rothschild, confezionando un action-comedy per famiglie che cattura e stupisce per la capacità dei più giovani del cast nell’affrontare la situazione e prender consapevolezza del coraggio, mettendosi alla guida di un’auto e inscenando uno show musicale di intrattenimento. Spesse volte in contrasto tra loro, Clancy (Sadie Stanley) e suo fratello avranno l’occasione di dimostrare il proprio valore e la forza del loro legame nel salvare i genitori che, rapiti da Leo (Joe Manganiello) per un conto in sospeso, dovranno adoperarsi in un rocambolesco piano per compiere il furto di una pregiata corona. Contando sul supporto di due amici tra cui Mim (Cree Cicchino) e su quello dell’amica della madre interpretata da Karla Souza, i piccoli di casa Finch mostreranno di esser diventati grandi, seguendo gli indizi lasciati dalla donna interpretata dalla Arkman e aguzzando l’ingegno anche nel proteggersi a vicenda. Dotato di un ensemble di cambi di scena, argute scenografie e contorno musicale avvincente, The Sleepover si configura secondo una narrazione che diverte e desta interesse, ponendosi come punto di contatto tra la realtà e la finzione, tra la concretezza e l’astratto. Comunicato attraverso un discorso e un connubio generazionale affascinante, il soggetto cinematografico, supportato da alcune sequenze performative degne di nota come quella ritraente la spontaneità evasiva di uno dei protagonisti a scuola, risplende anche nell’attenzione riservata ai costumi e alla sicurezza implicita della famiglia.