Andato in onda il 9 Settembre 2018 nella prima serata di TV8, il quinto film della serie cinematografica omonima ne segna – sostanzialmente – il reboot,sviluppandosi, però, attorno allo studio e alla pratica del kung fu e non del karate, come invece avveniva nei precedenti. Uscito in Italia il 3 settembre 2010, The karate kid – la leggenda continua vanta la partecipazione di Jackie Chan e di Jaden Smith, figlio del noto Will di film come Bad Boys e La ricerca della felicità tanto per citarne alcuni, qui in veste di produttore al fianco della moglie, tra gli altri.
A fronte di un upgrade cinematografico riuscito, la pellicola di Harald Zwart riprende da Karate Kid – per vincere domani cui è ispirato il tema del disagio del protagonista nell’approccio con una nuova realtà cittadina,differenziandosi innanzitutto per l’ambientazione, dislocata, questa volta, in Cina. Trasferitisi da Detroit, Dre (Jaden Smith) e la madre Sherry (Taraji P.Henson) si troveranno a fronteggiare una difficile integrazione e un malessere da parte del ragazzo, il quale, emarginato e preso di mira a scuola, entrerà in contatto con l’uomo della manutenzione del palazzo interpretato da Jackie Chan.Disposto a condividere il suo sapere sul combattimento per far sì che Dre possa difendersi, l’artista marziale offre al protagonista un denso training di sviluppo psicofisico tra attrezzi e montagna, mirando anche alla comprensione mentale del kung fu. Con l’intento di prepararlo ad un torneo giovanile di lotta corpo a corpo, Mister Han (Jackie Chan) supporterà il ragazzo nella ricerca dell’equilibrio attraverso lezioni su difesa e attacco, inserite in un percorso finalizzato a sconfiggere la paura. Diventando, così, uno stabile punto di riferimento per il carattere interpretato da Jaden Smith, il tradizionalista del kung fu assumerà un ruolo che va oltre quello del maestro e rispondente a quello di un amico, come dimostrato nel finale dalla considerazione dell’allievo nei suoi confronti. Sullo sfondo del lungometraggio il rapporto di amicizia tra Dre e Wenwen (Mei Ying), sottofondo che – in un certo senso – funge da specificazione alla tendenza di non accettazione del nuovo arrivato.