Film action-thriller del 2008, il lungometraggio di Pierre Morel trae sviluppo dal contrasto di opinione tra adolescenti e adulti, tematica surrogata al riconoscimento antitetico del rapporto tra esperienza e intraprendenza. Ex agente CIA e Special Forces, Bryan Mills (Liam Neeson) dovrà tornare in azione e mettere mano a tutte le sue competenze per arrecare danno ai rapitori della figlia diciasettenne Kim (Maggie Grace), la quale, spinta da un desiderio di libertà e abbindolata dall’amica Amanda (Katie Cassidy), si era mossa alla volta dell’Europa per seguire il tour degli U2.
In combutta con la madre Lenore (Famke Janssen), la giovane interpretata dalla Grace farà di tutto pur di convincere il padre a lasciarla andare per delle “oneste” ragioni, particolarità del soggetto di Luc Besson, questa, che ne caratterizza “l’ingenuità di chi non conosce il mondo” (cit.). Raggirate da Peter (Nicholas Giraud), le due amiche si ritroveranno catapultate all’interno di un mondo malavitoso e saranno trattate come merce di scambio, al punto da perdere il contatto con la realtà. Allarmato da una conversazione telefonica interrotta con la figlia, il premuroso protagonista darà la caccia ad un certo Marko (Arben Bajraktaraj) di Tropoja, risalendo – grazie all’aiuto di vecchie conoscenze all’agenzia – al cartello della mafia albanese specializzata nel traffico di donne. Primo capitolo della saga omonima, Io vi troverò (Taken) costruisce interamente la narrazione attorno alle capacità battagliere dell’agente in pensione interpretato da Liam Neeson, qui dotato di particolari doti d’ingegno e qualità combattive, immesse in un ruolo che – come evidenziato anche nel più recente Un uomo tranquillo – sembra calzargli a pennello, come dimostra anche il successo ottenuto dalla pellicola in oggetto e dai due sequel del 2012 e del 2015.