Uscito nelle sale cinematografiche il 30 Novembre 2017, l’atto conclusivo della trilogia italiana sulla rivalsa di un gruppo di ricercatori e studiosi nei confronti della società prende spunto dalla ricerca di redenzione dei protagonisti. Chiamato in causa dalla volontà di sfatare l’iniziativa criminale di Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), Pietro Zinni (Edoardo Leo) riunirà il suo team delle migliori menti per impedire al suo rivale molecolare di colpire la Sapienza con il gas nervino nel giorno dedicato all’assegnazione delle lauree honoris causa.
Disposto lungo il tema della rivendicazione, Smetto quando voglio – ad honorem coniuga alcuni degli elementi cari al regista romano in virtù di un ricercato contatto tra l’italianità e un respiro internazionale aggiunto, garantito da un imponente background cinematografico autoriale. Bloccato a Regina Coeli, Zinni dovrà escogitare un metodo per farsi trasferire a Rebibbia ed intercettare il Murena (Neri Marcorè), in possesso di importanti informazioni per individuare lo stragista dedito alla pianificazione dell’assalto alla Sapienza. Prodotto tutto italiano, il film targato Fandango sembra voler ricostruire un contatto degli uomini protagonisti con ciò che è giusto, predisponendo la narrazione verso una ricercata assoluzione per le azioni compiute quasi inconsciamente un anno prima. Assoldatosi l’intera colpa per quanto accaduto nei precedenti lungometraggi, il protagonista principale della trilogia di Sibilia incarna il desiderio naturale di riavvicinarsi alla propria famiglia, qui affrescato da Edoardo Leo in modo brillante ed evocativo nel suo personaggio, manifestando anche una certa gelosia e allestendo non pochi siparietti relativi al nuovo compagno di Giulia (Valeria Solarino), “l’unico medico senza frontiere che non si sposta mai al di là del raccordo anulare”(cit.). Diversi gli altri episodi divertenti a fondo della sceneggiatura, tra cui quello interpretato da Stefano Fresi nel ruolo del chimico computazionale Alberto Petrelli, definendone la comicità nel dialogo con i nuovi compagni di cella circa un non ben riuscito occultamento di cadavere, tutti accorgimenti registici accuratamente portati in pellicola dal cast e finalizzati a catturare l’attenzione degli spettatori ed intrattenerli con un sorriso procurato, fine ultimo del capitolo finale di un trittico filmico ben riuscito.