Un film scalpitante e garbato con un adeguato senso morale, racchiuso nella frase Signori si nasce! E io modestamente lo nacqui … questa la linea di confine tra i protagonisti del lungometraggio, i due fratelli Ottavio e Pio Spinelli,signorotti campani di indole decisamente opposta e tenore di vita antitetico, a dar sfoggio di schermaglie e macchiette comiche.
Nonostante abbia sperperato la sua parte di eredità tra soubrette e vizi mondani, il Barone Zazà (Totò) non si esime dal condurre un’agiata vita nobiliare, a fronte di un animo generoso ma “con le tasche altrui”. Sarto di professione e distinto uomo benestante, Pio (Peppino De Filippo), d’altro canto, conduce una vita tranquilla tra la famiglia e l’intenso lavoro di preparazione di abiti talari per Monsignori e Suore, soffrendo – se così si può dire – il difficile rapporto con il fratello e la sua presenza a convenienza. Ambientata in epoca giolittiana e diretta da Mario Mattoli nel 1960, la commedia concentra la narrazione sulla vivace sceneggiata ad opera della collaudata coppia protagonista, artefice di esilaranti sketch dal gusto teatrale e dell’intero tessuto a tratti cabarettistico del film. Forte di un impianto scenico popolareggiante e classico, Signori si nasce spicca perla recitazione del principe della risata e del suo compagno di set, supportata dall’intervento dei caratteri di Battista (Carlo Croccolo), servitore di Zazà e finto fidanzato di Patrizia (Delia Scala). Suscitando la gelosia di Enzo (Riccardo Garrone) e facendo leva sul carattere interpretato da Totò, la giovane attricetta diventerà primadonna della compagnia rilevata dal furbo barone rimasto prigioniero del suo fascino. Esempio di comicità alla vecchia maniera, il film è strutturato su battibecchi, incontri e scontri, dialoghi scalpitanti e linguaggio aulico dai toni sospirati, il tutto interpretato diligentemente dalla coppia formata da Totò e De Filippo.