Tuffo di gran stile in pieno horror del grande Maestro del cinema Stanley Kubrick, il quale firma un manifesto di quella che è una magistrale regia, qui messa alla prova da una situazione ad alta tensione, carica di una suspense restituita da colori, suoni, ambienti, scenografie e in particolar modo da un’interpretazione suggestiva e provocatoria da parte del protagonista Jack Nicholson. Tratta dal romanzo The Shining del 1977 di Stephen King, la pellicola mostra un connubio affascinante di fotografia ed effetti, tale da entusiasmare ancora oggi fan degli horror, cultori del cinema e non.
Scrittore in crisi e alla ricerca dell’ispirazione perduta, Mr. Torrence (Nicholson) decide di rintanarsi con la sua famiglia presso l’Overlock Hotel, un albergo nel bel mezzo delle Montagne Rocciose che rimarrà chiuso per tutta la stagione invernale. Isolati in uno scenario lugubre da trattenere il fiato, Jack e i suoi sono, infatti, gli unici ospiti della struttura, su cui, però, non tarderà a piombare un’atmosfera rigida e cupa a discapito della calma e del silenzio ricercati, a tal punto da destare notevole interesse per il tema teso e per la scelta fotografica della narrazione, restituendo un ritratto estenuante della vita di un uomo su cui si manifesterà anche un certo rimorso. Saranno l’ansia palpabile da ogni punto focale della messa in scena e la tematica della pazzia in via di sviluppo nella mente del carattere portato in pellicola da Nicholson a costituire i punti cardine di un prodotto che, con la sua forza grafica ed interpretativa, arriva dritto a catturare l’attenzione e sorprendere ad ogni visione. Confermandosi un classico intramontabile del genere horror, l’opera regala sempre nuove sfumature e offre nuovi spunti di analisi, rinnovandosi in relazione al passare degli anni e rimanendo sempre attuale. Particolarità che perdura, appunto, da circa quattro decadi[1], la modernità e l’attualità del film è garantita anche dalla musica, dall’assetto cinematografico, dal contesto e dai frequenti boati sullo sfondo, ma soprattutto dall’immenso lavoro registico sui personaggi a livello mimico, fisionomico, di sguardo ed esperienziale, superbamente trattati, ad esempio, nei caratteri del più giovane della storia e delle due gemelle. Tra gli attori tra le fila del cast del film anche Shelley Duvall e Danny Loyd, rispettivamente interpreti della moglie e del figlio di Jack con ruoli performativi densi di significato e con una partecipazione di gran classe, aggravata dalla performance di attori come Lia Beldam e Joe Turkel nei panni di personaggi inquietanti.
[1] La versione originale uscì in sala il 22 Dicembre del 1980