Ispirata alla storia biblica narrata nel Nuovo Testamento, la pellicola affronta la tematica del riconoscimento cristiano ed apre anche alla riflessione soprattutto per la missione di cui si caricheranno quelli che trasmetteranno il messaggio sullo sfondo della vicenda narrata nel Vangelo. Alla base del lungometraggio vi è la visione di un credente che, partendo dalla trattazione in chiave epica della linea imperiale della città di Roma e dal tenore di vita del tribuno Clavio, sembra percorrere la via verso il vero, quell’assunzione di consapevolezza che – nella persona del carattere interpretato da Fiennes – porterebbe alla conoscenza e all’annullamento di ogni tipo di paura perché la speranza risiede nel cuore.
Diretto da Kevin Reynolds su una sceneggiatura di Paul Aiello, il film schiera tra le file del cast – oltre al protagonista interpretato con elevato trasporto mimico ed emotivo da Cliff Curtis – attori come Peter Firth, Stewart Scudamore e Maria Botto, ad interpretare un pezzo di storia di Roma, Gerusalemme ed Israele. Molto forte nel film è anche, unitamente alla componente di narrazione verisimile, anche l’attenzione al trucco e al disegno dei sentimenti e delle angosce sui volti de personaggi, tra espedienti di sofferenza e risvolti solari. Elemento importante della pellicola è certamente anche quello del contesto, con un ambientazione tendenzialmente scarna e deserta alla raffigurazione del territorio giudaico, tanto suggestiva quanto toccante e forte per la valenza comunicativa. Cospicuo lavoro anche sulla costumistica, differenziando – con una fotografia anch’essa significativa – l’agio nobiliare o comunque militare dalla povertà della plebe e di coloro che, comunque, ritenevano – come da insegnamenti ricevuti – che la ricchezza debba collocarsi nello spirito e non nelle fattezze materiali. Uscito in sala tra Febbraio (USA) e Marzo (ITA) 2016, il prodotto raccoglie l’anima delle celebrazioni odierne e, proponendo un linguaggio forte ed importante, mira a stimolare l’attenzione all’amore verso il prossimo, bilanciandosi tra un montaggio capillare, delle suggestive riprese a campo aperto, un’interpretazione coinvolta e un contenuto musicale che affascina e trascina all’interno di un narrato in cui confluiscono storia, politica, religione, fede e verità.