Uscito in sala il 9 Marzo 2017 e andato in onda ieri in prima serata, il film di Edoardo Falcone risulta strutturato sul raggiungimento della maturità di un uomo fermatosi all’età di quattro anni a causa di un avvenimento disarmante che lo avrebbe profondamente turbato negli anni a venire. Articolata sul disegno di una figura paterna in cui rifugiare le proprie inquietudini, la pellicola risulta innescata dall’intersezione di due differenti vicende di vita in riflesso tra loro.
Primogenito di una famiglia assai facoltosa, Giacomo (Fabio De Luigi) sembra nutrire un forte risentimento per la perdita dei suoi più saldi punti di riferimento, tanto da interrogare un guru su una alquanto bizzarra possibilità. Chiuso nello studio di famiglia e intento a coltivare la lettura di saggi e testi esoterici, il protagonista sembra nutrire, infatti, una speranza nella reincarnazione, ragione che lo porterà ad avvicinarsi a Mario Pitagora (Elio Germano), uno scaltro imbroglione che finirà per approfittarsi – almeno inizialmente – della situazione. Ingenuo e visionario, il carattere interpretato da De Luigi descrive – in un certo senso – il sogno di poter abbracciare nuovamente qualcuno e avere una seconda possibilità, sintetizzandola tematica fondante del lungometraggio diretto da Edoardo Falcone, quella cioè del bisogno o – se vogliamo – della necessità di credere anche in qualcosa che possa alleviare il dolore. Sullo sfondo della pellicola il rapporto di amicizia tra i due caratteri principali, intenti a supportarsi l’un l’altro, il primo a fronte della disponibilità di risorse e l’altro – in funzione del suo ruolo – garante di consigli e coraggio nell’affrontare la vita. Ormai deciso ad occuparsi degli affari di famiglia, Giacomo percorrerà un percorso di crescita personale che lo porterà all’assunzione di consapevolezza della propria individualità, conquistando il rispetto della sorellastra Ginevra (Isabella Ragonese) e rendendo orgogliosa la madre Caterina (Stefania Sandrelli).