Miglior film commedia o musicale ai Golden Globes 1975, la pellicola di Robert Aldrich sembrerebbe allestita esclusivamente attorno ad una tematica sportiva e in particolare alla disputa tra i prigionieri del penitenziario di Citrus in California contro la squadra di secondini guidata dal Capitano Knauer (Ed Lauter), chiamati a confrontarsi in una partita di rugby.
Intenzionato ad organizzare una partita fasulla(cit.) che sia di facciata alla partecipazione al Campionato Nazionale, il direttore Hazen (Eddie Albert) farà leva sul potere conferitogli dalla sua posizione per assicurarsi la vittoria e il predominio delle guardie. Chiamato a preparare la squadra dei detenuti, l’ex campione Paul ‘Superstar’ Crewe (Burt Reynolds) dovrà guidare la formazione messa in campo con l’aiuto di Nate Scarborough (Michael Conrad) e tentare di dare, contrariamente alle aspettative, una lezione agli arroganti carcerieri in un match senza esclusione di colpi. Sullo sfondo della pellicola la tematica dell’iniziale rassegnazione e quella della successiva assunzione di una maggior consapevolezza nel cercare il risultato, atteggiamento a cui daranno voce sia il protagonista che l’intera squadra, ad allestire una narrazione sulla base dell’atteggiamento sportivo –battagliero del non indietreggiare di fronte alle difficoltà e al nemico. Ad innesco dell’intreccio narrativo i valori dell’onore, dell’audacia e – in un certo senso – della riscoperta di sé stesso da parte del carattere interpretato dal compianto attore statunitense, magistrale nella caratterizzazione di Crewe tra desidero di libertà e orgoglio sportivo, elemento, quest’ultimo, in luce soprattutto nello spettacolare slow – motion finale della sua ultima meta. Film del 1974, il prodotto cinematografico di Aldrich evidenzia il gusto e la passione per lo sport del football americano e sembrerebbe arricchire la sceneggiatura portante dell’elemento della corruzione, strutturandosi,sostanzialmente, lungo il discorso della ricerca d’immagine.