Film francese di quest’anno, il lungometraggio scritto e diretto da Guillame Pierret si concentra su una storia di redenzione, raccontata attraverso la vicenda di un meccanico che sembrerebbe esser finito in manette a causa di un affare andato male e per coprire il suo complice. Distribuito su Netflix a partire dal 19 Giugno, Balle Perdue (questo il titolo originale)[1] assume le tonalità tipiche del genere thriller e del contesto produttivo francese, con frequenti scelte registiche caratterizzate da un ritmo più lento, questo presumibilmente per esplicitare i significati della narrazione a mo’ di inquadrature spesse volte a campo largo.
Galeotto esperto di automobili e motori, Lino (Alban Lenoir) viene reclutato da Charas (Remzy Bedia) per preparare le auto della polizia e far in modo che non vengano seminate negli inseguimenti ai danni di spacciatori e criminali di altro tipo. Catturato in seguito ad una rapina che ha il sapore adrenalinico della velocità a suon di nos, il protagonista avrebbe deciso di tutelare il suo amico Quentin (Rod Paradot), il quale ricambierà successivamente il favore scagionandolo agli occhi di Julia (Stéfi Celma) dal presunto assassinio del carattere interpretato da Bedia. Per dimostrare la propria innocenza, Lino dovrà recuperare il proiettile rimasto conficcato nel sedile dell’auto di Charas e dimostrare che ne fosse il proprietario Areski (Nicolas Duvauchelle), altro poliziotto con l’ambizione del comando, in combutta con Marco (Sébastien Lalanne). Focalizzandosi sull’elemento della corruzione, il prodotto cinematografico spicca per l’ambientazione pseudo-metallica a tonalità grigie, ponendosi come la fotografia di una tematica molto cara ai francesi, quella dello sfoggio di un parco macchine notevole e dell’interesse dettato, con scene clou come quelle dello sfondamento di un posto di blocco o quelle della meccanica sui veicoli, agli espedienti motoristici.
[1] cfr WIKIPEDIA