Uscito in sala il 5 febbraio, il nuovo film di Philippe De Chauveron affronta, lungo il versante della commedia dal gusto romantico, il tema familiare e quello della formazione delle nuove coppie, a fronte di una modernità in cui, spesso, si fatica ad immergersi completamente. A concatenarsi il tema di una famiglia ideale a fronte della globalizzazione contemporanea e quella volta al rispetto delle tradizioni.
Claude e Marie |
Cattolici convinti, Claude (Christian Clavier) e Marie (Chantal Lauby) assistono nel giro di pochi anni ai matrimoni delle tre figlie Sègolène (Emilie Caen), Odile (Julia Piaton) e Isabelle (Frédérique Bel), accompagnatesi ognuna con uomini extracomunitari e di diverso credo religioso. Un vero e proprio trauma per i coniugi Verneuil, a tal punto dal riflettere sugli errori dell’educazione impartita alle figlie, sentendosi totalmente spaesati in casa propria a causa dell’invasione dei nuovi generi, David (Ary Abittan), Rachid (Medi Saodun) e Chao (Frédéric Chao). Ciliegina sulla torta la situazione di Laure (Elodie Fontan), quarta figlia su cui i genitori riponevano le ultime speranze di accompagnarla ad un cattolico, apparentemente disilluse dal fidanzamento con Charles Koffi (Noom Diawara), un uomo di colore, oggetto di un imbarazzante tentativo di screditamento da parte degli altri mariti. Tutto sembra perduto fino a quando il consuocero di Claude, André (Pascal Nzonzi), arrivato con la moglie Madeleine (Salimata Kamate) per assistere all’unione del figlio, mostra all’uomo di essere fatto della stessa pasta. L’incontro tra i due uomini, simili ed opposti allo stesso tempo, porterà Claude a maturare la consapevolezza del valore della felicità delle proprie figlie e quindi a mutare atteggiamento nei confronti dei generi, ritrovando così gioia e benessere.
Claude e Andrè |
Una commedia che non manca di divertire ed emozionare, seppur alcune sequenze della storia risultano talvolta incentrate sulla macchietta scontata del rapporto tra una famiglia che va a sorreggere l’altra, come nel caso di quella Koffi nei confronti di quella Verneuil. Ritmo del film coinvolgente e sceneggiatura ben costruita, attraverso lo scontro quasi mai banale tra diversi usi ed origini, a specificare anche il buon gusto per un tema molto caro al pubblico, quello della famiglia e delle origini.