Prodotto del cinema italiano strutturato su equivoci e sullo scambio di ruoli, il film di Carlo Vanzina riflette una vicenda dal tratteggio contemporaneo, affrontata mettendo in scena delle maschere – o ancor meglio – dei ruoli ben precisi in virtù dell’organizzazione alla base della storia di truffatori e truffati in rispecchio lungo lo svolgimento della trama, portando ad una risoluzione dell’intreccio appagante per i protagonisti.
Titolare di un’impresa di pulizie, Antonio (Vincenzo Salemme) vedrà progressivamente andare in fumo tutti i progetti di grandezza a causa della mancanza di agganci politici. Raccontando pacatamente il mondo all’epoca della crisi, il lungometraggio dei fratelli Vanzina pone il confronto strutturale tra due figure, quella del cittadino lavoratore interpretato da Salemme e quella di Simone Santoro (Massimo Ghini), faccendiere invischiato in politica e con le mani in pasta all’interno di un losco giro di corruzione in virtù dell’amicizia con l’onorevole Maronaro (Fabrizio Buonpastore). Sentendosi truffato nell’assegnazione di un pubblico appalto, il carattere interpretato dall’attore napoletano farà affidamento sull’aiuto della moglie (Stefania Rocca) e di alcuni fidati amici per apportare una truffa organizzata ai danni di Santoro e ripulirne il conto tenuto a Zurigo. Assegnata all’adescamento del direttore della banca svizzera Herr Muller (Teco Celio), Demetra farà leva sulle sue doti seduttive e su specifiche tecniche di approccio nei confronti degli uomini,mettendo fuorigioco il carattere interpretato da Celio. Uscita in sala il 3 Novembre 2016, la pellicola conferma una linea narrativa corredata da una produzione sulla tematica degli equivoci, rivelando l’anima costitutiva dai tipici caratteri del cinema di truffa e della commedia all’italiana,strutturandosi sulla diversificazione degli ambienti e dei paesaggi, includendovi i personaggi dello stratega o – nello specifico – degli strateghi,della pupa e dell’autista, qui interpretato da Maurizio Mattioli.