Diretto da Massimiliano Bruno, il lungometraggio da oggi in sala si struttura lungo un pezzo di storia romana, puntando sulla resa tragicomica di alcune vicende relative alla criminalità organizzata dei primi anni ‘80, episodi, questi, di cui entreranno a far parte anche Moreno (Marco Giallini), Sebastiano (Alessandro Gassmann) e Giuseppe (Gianmarco Tognazzi). Convinti di aver avuto un’idea vincente per far soldi facili, i protagonisti del film si ritroveranno catapultati nel passato e precisamente nel 1982, anno in cui l’Italia vinse ai Mondiali e il suddetto clan agiva sotto la guida di Renatino (Edoardo Leo).
Scossi dalla portata del salto indietro nel tempo, i tre dovranno far i conti con il disorientamento iniziale dovuto alla trasposizione di oltre un trentennio, motivo per cui si affideranno alla memoria del carattere interpretato da Tognazzi per restare vivi. Ben saldo sull’elemento della romanità tra cast e ambientazione, il film di Bruno si arricchisce di colori ed atmosfere quasi stereotipate lungo il muro tra presente e passato. Intenti a recuperare le chiavi per riaprire il passaggio e tornare al futuro, i tre amici di vecchia data faranno affidamento sull’aiuto di Gianfranco Er Ventosa (Massimiliano Bruno), il quale, rimasto nel terzo millennio, si rivelerà fondamentale per il nuovo trapasso dei goliardici ex compagni di scuola. Alla base della commedia – come già accennato – quel valore assegnato a linguaggio, interpretazione e soggetto romaneschi, come dimostra anche la partecipazione di Ilenia Pastorelli nei panni della donna del boss interpretato da Edoardo Leo. Combattuta tra l’istinto alla protezione e la voglia di fuggire dal suo presente, la donna ribalterà l’intreccio narrativo in virtù degli elementi sincronici al raffronto cronologico raffigurato, tra l’altro, dall’inconsapevole incontro extra-temporale dei personaggi interpretati da Giallini, Gassmann e Tognazzi nella loro discesa a capofitto lungo la linea del tempo in riferimento ad una preannunciata mossa turistica che li avrebbe, però, catturati in pieno.