Innestato su toni coraggiosi e su un linguaggio prettamente interpersonale, il film uscito il 29 Ottobre 2015 per la distribuzione Lucky Red si struttura attorno ad un forte grido di libertà. Desiderose di fuggire dalle oppressioni educative di zio Eron (Ayberk Pekcan) e della nonna (Nihal G. Koldas), Lale e le sorelle sarebbero destinate ad una vita programmata e ad unioni combinate, motivo, questo, della ricerca di evasione anche se solo a livello mentale, inizialmente.
Isolate e impossibilitate nello stringere un qualsivoglia rapporto, le giovani interpreti daranno adito ad un desiderio di riscatto in funzione di un urlo alla ribellione, conseguenza del bisogno di seguire il proprio istinto. Rappresentazione di un particolare modus vivendi tipico di alcune parti del Mondo, il lungometraggio di Denise Gamze Ergüven rispecchia – in quella che altro non è che l’era della globalizzazione – la tendenza del cinema drammatico di impronta storica ad una dichiarata attenzione nei confronti della cultura e dei costumi dei popoli. Incentrato sul ritratto delle cinque sorelle, vittime di – come si diceva – oppressione e soprusi, parte di un disegno o progetto di vita fatto da altri, il prodotto cinematografico restituisce l’immagine del desiderio delle protagoniste di fuggire e cominciare finalmente a vivere, della necessità di – come dalla fotografia iniziale – quel contatto innocente con gli altri da sempre negatogli perché equivocato dalla comunità. Candidata agli Oscar 2016 come miglior film straniero e vincitrice – nello stesso anno – di un Cesar per la miglior opera prima, la pellicola affresca l’attitudine a ricercare anche una via di fuga.