La Testa Dentro
Secondo album per la cantautrice milanese Micol Martinez, pubblicato a due anni di distanza dal precedente intitolato “Copenaghen”, in cui sussistevano sonorità folk e indie – rock. Invece, nel nuovo album, in cui la cantante si rivolge al presente e al futuro, ci si sposta più verso il pop conferendo anche un tratto di maggior solarità ritmica, segno evidente della sua maturazione artistica. Le canzoni sono più dirette rispetto alle precedenti e i temi vengono affrontati con naturalezza e senza drammi, come nel brano “60 secondi”, in cui il testo parla dell’omosessualità femminile.
É un album incisivo e vario, che non ha bisogno di decori presentativi particolari; la scrittura musicale e la produzione artistica sono entrambe agilmente scorrevoli e piacevoli e nel disco, in cui si dà sfogo a ogni possibile emozione, compresa quella del divertimento, l’intento è quello di giocare con le parole e con la musica, scrivendo di un futuro che diventa possibile cantando. L’incisività del disco è sottolineata ancor di più dalla marcata impronta acustica della cantante, la quale sembra muoversi a proprio agio in un sound folk – pop con sonorità prettamente “etniche”, sottolineate anche dalla levatura dei musicisti e dalla cura peculiare degli arrangiamenti.
Si tratta, in una visione complessiva dell’elaborato, di brani adeguatamente costruiti sia nell’assetto ritmico che in quello sonoro e musicale.
In particolare, varianti spiccate di percussioni segnano un cambio armonico ben realizzato nel ritornello della prima canzone “Haggis” e tendenze irlandesi si riscontrano nella musicalità di “Nel movimento continuo”, in cui è il violino a rendere il tono del pezzo quasi noise.
Tracklist:
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Haggis (la testa dentro)
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60 secondi
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Questa notte
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L’alveare
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Sarà d’inverno
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Nel movimento continuo
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A filo d’acqua
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Coprimi gli occhi
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Un nome diverso