MELTING PORT ………………………………………… il nuovo porto d’arte a Roma

//MELTING PORT ………………………………………… il nuovo porto d’arte a Roma

MELTING PORT ………………………………………… il nuovo porto d’arte a Roma


La serata di giovedì 23 Maggio si è configurata come un omaggio all’arte ed ancor più come la rivendicazione necessaria del bisogno di trovare un luogo in cui poter trasmettere liberamente il proprio far arte. Presso la sfavillante location della discoteca Qube, situata nella zona romana tiburtina/portonaccio, si è potuto assistere, infatti, ad un miscuglio vero e proprio di forme artistiche, da fotografia a teatro, passando dalla musica.
Per quanto concerne la parte musicale, tanti i gruppi esibitisi durante la serata sul palcoscenico allestito nella sala del pian terreno, tra cui formazioni cover e tributo a grandi gruppi della musica internazionale, accanto a giovani artisti e a gruppi rock originali.
La parola d’ordine è condivisione, raggiunta mettendo al centro dell’esibizione il pubblico, come se i riflettori si spostassero dal palco in pista, riuscendo a farlo sentire parte dello spettacolo allestito grazie ad un’attenta e minuziosa organizzazione, a cui hanno collaborato in tanti per permetterne la riuscita e la trasmissione del messaggio largo ai giovani, insito nello show (cit. Emanuele Scalabrella). Mentre il piano superiore ha ospitato lo spettacolo teatrale della compagnia I Punti G, tra le varie partizioni della serata-evento relative alla sfera musicale, spicca per coinvolgimento e partecipazione l’ultima parte dell’appuntamento multi – culturale live sul palco, seguita poi dai setting di vari disk jokey di stile rock, commerciale anni ’90 e 2000, fino ad arrivare alle varianti elettroniche e minimal. I presenti hanno potuto assistere, infatti, all’esibizione del gruppo romano Blooming Iris, composto da cinque elementi e di stile prettamente alternative – rock, un sound poderoso che si evince dai brani cantati da Nicolò Capozza, esibitosi con Daniele Razzicchia, Giordano Valdarchi, Guglielmo Sacco e Fabrizio Avizzano prima di lasciare il palco ai Wasting Light, tribute band dei Foo Fighters.




Photo by Pier Giorgio Antonelli













Occhi puntati sull’ultima formazione live della serata, quella de l’Orchestra dei Sassi, gruppo rock promotore principale del progetto Melting Port, appartenente alla scena musicale romana. I Sassi hanno proposto in anteprima il loro ultimo pezzo Amamamì, accompagnato dalla proiezione del videoclip sugli schermi retrostanti, il primo realizzato dalla band, un prodotto curato sia musicalmente che scenograficamente. Sorprendente anche l’arrivo sul palco di due dei personaggi del soggetto del videoclip, ingresso finalizzato a sottolineare la trasmissione del messaggio di amore insito, sentimento che dovrebbe superare ogni differenza sociale e culturale. 

Photo by Pier Giorgio Antonelli




Photo by Pier Giorgio Antonelli










E’ stato possibile riscontrare talento compositivo ed esecutivo anche nel pezzo Sugorossi, brano in cui la voce di Francesco Scalabrella diventa il rifugio della duplice condizione umana di esserci e non esserciche, in qualche modo, ricorda la filosofia esistenzialista e l’opera Hamlet di Shakespeare. A scandire il ritmo dei pezzi ci ha pensato Stefano Palena, il quale ne ha agevolato, talvolta, anche la parte vocale in veste di corista, così come il pianista Davide Vacatello, distintosi anche al basso, caratteristica, questa, che denota una delle particolarità del gruppo: la versatilità e il sapersi destreggiare tra vari strumenti, così come lo stesso Francesco, avvicendatosi tra basso e tastiere. Ad incentivare le melodie ci ha pensato, invece, la chitarra di Emanuele Scalabrella, deciso e sistematico anche nell’esecuzione vocale, tra funzione di corista e di solista. 

I pezzi nascono in sala prove, prendendo spunto dalle molteplici intuizioni di tutti e quattro (cit. Francesco Scalabrella), decisi a portare avanti il loro progetto musico – professionale. Hanno fatto della musica una vera e propria professione, infatti, essendo anche insegnanti presso la scuola Comusic, luogo in cui vengono a contatto con disparate situazioni musicali e formulano le basi per la composizione.
Photo by Pier Giorgio Antonelli


In ultima analisi, la buona conduzione e l’attenta organizzazione del nuovo porto artistico targato Ods hanno fatto si che l’evento assumesse connotazione rilevante, gratificata dalla buona riuscita e dalla partecipazione attiva degli spettatori, motivando così i giovani musicisti a proseguire nel progetto e renderlo ancor più impeccabile.


By | 2013-05-25T23:21:00+02:00 Maggio 25th, 2013|Cultura|0 Comments

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