In diretta dal suggestivo Teatro Greco di Siracusa nella prima serata di ieri, sabato 1 settembre 2018, Salvatore Ficarra e Valentino Picone interpretano la commedia greca di Aristofane, offrendone una caratterizzazione classica in ottica, però, di una trasposizione in chiave moderna e contemporanea. Grazie,infatti, ad un singolare adattamento e ad aggiunte dai tratti modernizzanti dovute alla maestria del regista Giorgio Barberio Corsetti e dei protagonisti, il duo si propone di seguire il filo di un capolavoro sempre attuale che – in un certo senso – offre la descrizione della società, spesso fondata sulle contraddizioni.
Nata dalla penna pungente di Aristofane e messa in scena per la prima volta ad Atene nel 405 a. C., Le Rane è una commedia sviluppata attorno ai duelli verbali o – per dirla tutta – alle dispute a suon di versi di due protagonisti dell’età classica, Euripide ed Eschilo, trattenuti nell’Ade fino all’arrivo di Dionisio e Xantia, scesi negli inferi per riportare in patria un poeta senza la cui presenza il destino del teatro di Atene sembra essere segnato. Interpretati rispettivamente da Ficarra e Picone, il figlio di Zeus e il suo servo dovranno fronteggiare le avversità del fiume con il canto delle rane sullo sfondo attraversandolo a bordo della barca di Caronte, riservata – in realtà – soltanto ai combattenti della famigerata Battaglia Navale. Sbruffone e pasticcione il primo e scaltro e fannullone il secondo, i due protagonisti del viaggio nell’oltretomba consegnano il ritratto di una sfera sociale caratterizzata da ambiguità e superficialità, tratti messi in scena con ironia e suggestione alla risata. Considerato il Padre della Commedia, Aristofane caratterizza la sua opera del linguaggio aulico dei tempi, portato egregiamente sul palcoscenico di uno dei teatri più antichi al mondo da Ficarra e Picone, i quali danno sfoggio della loro natura di comici attraverso la costruzione di battute e ricercati scenari a regola d’arte. Arricchita dalle musiche dal vivo dei SeiOttavi e da canti dal carattere magnetico e ipnotico, la messa in scena si configura quale omaggio all’irresistibile commedia di Aristofane ad opera di due talentuosi artisti appartenenti alla nostra tradizione e al nostro teatro.