Diretto da Edoardo Oliva e liberamente ispirato al romanzo di F. Kafka dal titolo Il castello, lo spettacolo indaga sulla dinamica della vita di K., giovane agrimensore convocato in un castello dal conte per svolgere delle mansioni di agrimensura. La nuova produzione dell’associazione Teatro Immediato vuole essere una rilettura ad omaggio della narrativa dell’autore praghese, una delle figure imponenti della letteratura del XX secolo.
Interpretato da Antonio Anzilotti, il protagonista della narrazione giunge nel villaggio antistante alla residenza, dove sarà trattenuto nell’attesa di incontrare Klamm, l’intendente suo unico contatto con il conte. Da qui prende svolgimento una sorta di viaggio interiore dell’uomo, messo a nudo e colto nella sua disperazione e disillusione, particolarità mosse dal mancato contatto occupazionale e dai successivi incontri misteriosi. Al tema dell’equivoco va progressivamente sostituendosi quello dell’analisi introspettiva della vita dell’uomo, preso nei momenti interiori di staticità e paura conseguente. Un tutt’uno tra equivoco, attesa, illusione, disperazione, intensificate dall’apporto sonoro delle musiche di David Lynch, caratterizzanti le atmosfere black e noir proposte, attraverso un allestimento del tutto surreale. Si tratta, infatti, di uno spettacolo che, delineandosi come un vero e proprio naufragio delle passioni, risulta inserito in scenografie naturali piuttosto oscurate e accattivanti, inserendovi anche effetti di colorazioni e luminosità differenti, tese a catturare gli spettatori e metterli a contatto con il vissuto passionale dell’uomo.
Tema della narrazione -incontro/scontro:passione- |
A render maggiormente l’idea della caratterizzazione passionale del prodotto teatrale ci pensano i caratteri femminili che, circondando l’agrimensore, si configurano come unico spiraglio di una velata speranza alla vana attesa dell’uomo. Tra esse le giovani attrici Laura Farloni e Nausicaa Pizzi, rispettivamente nel ruolo di Frieda e Amalia, le prime venute a contatto con il protagonista, Tiziana Di Tonno nel ruolo dell’ostessa, moglie dell’intendente, accanto a tante altre. Non mancano né i giochi di parole tra i personaggi, nè i riferimenti cinematografici, accanto ad effetti di suspense notevoli generati anche attraverso la componente musicale. Un travaglio interiore che genera trambusto esistenziale, quindi, come quello riscontrato nella disperazione dell’agrimensore, venuto a contatto esclusivamente con le donne, a caratterizzare passioni e fragilità insite nella messa in scena, accanto a collisione e stordimento derivanti dall’avvicinamento dei due strati sociali, quello maschile e quello femminile in netta maggioranza, a cui l’uomo dovrà tener testa per non perdersi nell’illusione di tanta beltà e di quel luogo quasi fatato, mistificazioni che accompagneranno il personaggio centrale fino alla sua presumibile morte, di cui non vi è alcuna traccia nel testo kafkiano, rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1926.
Un tributo letterario di tipo onirico ed evocativo al romanzo più ambizioso dello scrittore Franz Kafka, in cui risalta il tema della lotta contro il sistema, tra alienazione e frustrazione di un uomo, immerso nel gelido invernale tra oscurità e identificazioni descrittive al di fuori della realtà, il tutto in scena al Teatro Comunale di Città Sant’Angelo fino a domenica 15 dicembre.