Scoppiettante commedia ispirata al classico interpretato – nel ruolo del protagonista – da Burt Reynolds, tornato anche nel remake in oggetto. Nelle vesti di Paul Crewe,questa volta, il caratterista Adam Sandler si applicherà nel mantenimento del livello filmico sullo sfondo leggero del genere cinematografico specifico costruendo una serie scalcinata di sketch a regola d’arte. Costretto a misurarsi con le ambizioni di grandezza del direttore del penitenziario texano di Allenville, l’ex campione di football metterà su una squadra di detenuti in grado di affrontare la formazione delle guardie guidata dal capitano Knauer (William Fichtner).
Provato dalle ambizioni di grandezza e dai tentativi di plagio ricevuti da parte di Hazen (James Cromwell), il condottiero americano manifesterà un notevole senso di sportività e riuscirà a smacchiare il suo nome dalle accuse precedenti di manipolazione del gioco. Presentatosi sul campo al fianco di un manipolo di detenuti desiderosi di riscatto, il carattere interpretato da Sandler definisce un preciso ruolo di una seconda occasione da prendere innanzitutto con se stessi, particolarità da intendere in riferimento al passato dei detenuti.Strutturato, quindi, sulla tematica della rivincita nei confronti della vita,il lungometraggio di Peter Segal, uscito in sala il 29 Luglio 2005 colpisce gli spettatori per un linguaggio diretto e – se vogliamo – per una tematica di accoglienza del prossimo, omaggiando, inoltre, l’originale del 1974 con la presenza di Burt Reynolds nel cast. Nelle vesti di coach – preparatore, il protagonista di Quella sporca ultima meta restituisce l’immagine di un combattivo allenatore alle prese con la propria coscienza per un passato da giocatore, evidenziato anche nella discesa in campo al fianco di Sandler e di tutti gli altri, alle prese – sostanzialmente – con una rivalsa attesa per tre decadi.