Vincitore, ex aequo con Luca Marinelli, dell’ambito riconoscimento cinematografico nel 2018, l’attore campano caratterizza il suo personaggio di suggestione e ricca cultura. Assegnato alle indagini per il rapimento di una ragazza, Vogel (Servillo) sarà chiamato a scovare il colpevole tra i membri della comunità montana di Avechot nel bel mezzo delle Alpi. Corrispondenti nella sceneggiatura i caratteri descritti da sceneggiatura e regia di Donato Carrisi e interpretati da Toni Servillo ed Alessio Boni in una disputa intellettuale e di concetto.
Fortemente convinto della relazione di fiducia tra il rapitore e la giovane Anna Lou, vittima fittizia raccontata attraverso il disagio dei familiari e fotografata – soltanto nel finale – mediante l’interpretazione di Ekaterina Buscemi, l’esperto investigatore partirà proprio dalla cerchia ristretta di amici della ragazza. Collegato ad altri rapimenti nella stessa zona, il misfatto sembra ricondurre il protagonista alle frequentazioni scolastiche della vittima, destando così notevole clamore attorno alla fuga di notizie. Famoso per il forte eco mediatico creato attorno ai suoi casi, il carattere interpretato da Servillo si renderà ben presto conto di essere lui la vera vittima della vicenda nel contesto di una verità giammai assoluta. Peculiari nel film l’interpretazione effimera di un cast brillante e il categorico scambio di ruoli tra l’ispettore e il suo vice interpretato da Lorenzo Richelmy nei panni dell’agente Borghi, unitamente a quello velato tra Servillo e Jean Reno, il quale da voce, nel finale, allo psicanalista Flores. Strutturato su una narrazione in forma di flashback e retrospettiva, il lungometraggio di Carrisi al suo esordio spicca per l’attenzione fornita ad un tema delicato in tutte le sue sfaccettature, esordendo con l’identificazione del personaggio protagonista lungo la convinzione di un prossimo affollamento della valle. A definire il discorso di giallo e thriller sarà l’incrocio narrativo tra Vogel e il professor Loris Mariani (Alessio Boni), il primo convinto che l’esplosione mediatica possa portare alla luce talune situazioni personali adescando il vero colpevole e il secondo fermo nella convinzione di poter fuggire ancora una volta alla giustizia, trovandosi, però, a dover far i conti con le intuizioni del formidabile tutore della legge.