Sarà in scena fino al 16 dicembre al Teatro Millelire di Roma, il nuovo lavoro della compagnia teatrale Luna Nova, basato sul testo di Roberto Russo, ricavato dall’approfondimento della vicenda che ha visto coinvolto Luigi De Barbieri nel processo del 1883.
Lo spettacolo racconta le fasi emblematiche del processo contro l’uomo, accusato di atti impuri e contro natura commessi in una stanza d’albergo, l’Hotel del Sole a Genova, con Marchese Antonio, compagno, amico o amante. Costruito con una scenografia piuttosto semplice, lo spettacolo ruota intorno al consiglier Parini, interpretato da Roberto Becchimanzi, magistrato atemporale che sottopone al giudizio della corte moderna i fatti compiuti da De Barbieri, interpretato da Cristian Mirante, bravo a calarsi nelle vesti della parte lesa da un lato, sentendosi giudicato solo per il suo amore non omologabile e dall’altro in quelle dell’uomo convinto della propria scelta. Ultimo personaggio, a fungere quasi da intermezzo tra l’accusatore e l’accusato, è la signora Lanza Antonietta, a cui da voce e corpo Monica Casaburi, cameriera dell’albergo, testimone dei fatti. In verità, però, non vi è nulla da testimoniare, poiché l’accusa di sodomia era stata affibbiata solo per aver sentito ed interpretato i fatti.
Il magistrato e il De Barbieri |
La cameriera testimone |
Uno schema a tre, quindi, semplice ma allo stesso tempo composito, in quanto dai dialoghi stessi dei personaggi, è possibile classificarne la provenienza sociale. Partendo da quelli di De Barbieri, se ne deduce un lato piuttosto intellettuale e anche sublime, mentre un lato enunciativo si coglie dai toni aulici del magistrato; in ultima analisi, la cameriera, signora o forse signorina, risulta essere la voce del popolo, convinta della sua verginità morale e della sua idea di amore, sentimento che dovrebbe raggiungere il culmine nel matrimonio e nella procreazione, non possibile nelle tendenze sopra descritte, da allontanare per non distruggere la cosiddetta Costruzione della società, simboleggiata da una torre fatta di mattoncini e rievocata da Parini.
Stimolando la riflessione e lanciando il grido di mai giudicare se non si conosce tutto, il regista ha voluto sottoporre, quindi, al giudizio di una corte ideale e attuale, la platea degli spettatori, i fatti che a quei tempi avevano sconvolto tutti, generando disprezzo e provocando l’indebolimento della Costruzione.