Tratto dall’omonimo albo illustrato per bambini di Chris Van Allsburg, il lungometraggio fantasy di Joe Johnston conduce una narrazione avventurosa intorno alle gesta di due ragazzini, i quali resteranno, chi più e chi meno, intrappolati all’interno di un magico gioco da tavola ritrovato nella fabbrica Parrish dal piccolo Alan (Adam Hann-Byrd).
Partita nel 1869 al momento della disfatta da parte di Benjamin e Caleb, la narrazione si protrarrà fino al 1995, anno in cui il protagonista farà ritorno dalla giungla di Jumanji dopo ben 26 anni. Interpretato dal compianto Robin Williams, Alan Parrish adulto sarà chiamato ad accompagnare Peter (Bradley Pierce) e Judy (Kirsten Dunst) nell’avventuroso e insidioso viaggio nel mondo di Jumanji, da cui egli stesso sarebbe ritornato proprio grazie all’intervento dei ragazzi. Deciso a non rimettere piede nella giungla assediata da Van Pelt (Jonathan Hyde), il protagonista ricorrerà al carattere forgiato durante gli anni della scomparsa all’interno di quell’universo popolato da piante velenose, animali feroci e cacciatori assassini. Campo logistico della storia è la città in cui si svolgono gli avvenimenti ed ancora di più la vecchia villa Parrish, intermezzo narrativo, questo, frapposto tra presente e passato, tema principale, questo del discorso cronografico, su cui sembra svilupparsi la sceneggiatura del lungometraggio. Di assetto prettamente fantastico e avventuroso, il lungometraggio non manca di risvolti action e spunti comedy di tipo leggero e coinvolgente, tutti valori, questi, interpretati in modo brillante da un cast generazionale guidato sapientemente dall’attore statunitense tra la fantasia e la realtà, tra la finzione e il concreto con un sentimento di fondo, dedito a ciò che è giusto e a rimettere le cose al loro posto per ciò che è possibile.