Basato sul romanzo Heat di William Goldman, il film Joker – Wild Card risulta costruito quasi interamente attorno all’identificazione del carattere protagonista, un mercenario con il vizio del gioco e il desiderio di sbarcare il lunario partendo da Las Vegas. Interpretato da Jason Statham, Nick Wild trascorre la sua vita tra le strade e i casinò della “città statunitense del peccato e dell’azzardo”, alternandosi anche tra situazioni adrenaliniche e di resa dei conti, mescolando azione ed evasione quali impianti narrativi.
Remake del film Black Jack del 1966, il lungometraggio pone l’accento sull’ossessione del protagonista di sbancare al tavolo del black jack per rifarsi una vita in Corsica, ambita meta del suo viaggio europeo in barca a vela, risvolto narrativo messo quasi a definire il desiderio di evadere e lasciarsi tutto alle spalle. Considerando infatti Las Vegas come “un morbo che colpisce chi ci vive” (cit.), Nick sarebbe intenzionato a seguire la sua amica Holly (Dominik Garcia-Lorido) e fuggire da lì dopo aver scosso i rapporti con Baby (Stanley Tucci) e regolato i conti con Danny De Marco (Milo Ventimiglia) e i suoi massicci bodyguards. Particolaritá del prodotto cinematografico di Simon West l’imponenza delle azioni di combattimento a suon di musica, caratterizzate da un montaggio rapido e repentino al fine di catturare l’attenzione con intenti magnetici e di suspense. Sullo sfondo del film uscito il 5 Agosto 2015 anche la tematiche dei rapporti interpersonali e quella della spontaneità, riconoscibili nella partecipazione di Michael Angarano nei panni di Cyrus, il quale, partito alla volta di Las Vegas per superare i suoi timori e diventare uomo con l’aiuto del suo mentore, si rivelerà l’unica persona disposta a venire in aiuto del protagonista nella sua irrefrenabile perdizione autolesionistica dopo aver perso l’occasione di non considerarsi “un perdente” (cit.). Alla base del lungometraggio il fascino dell’ambientazione di quei luoghi deputati al gioco e del contesto narrativo intero tra interni ed esterni, particolareggiati – in un certo senso – dall’interpretazione di tenori di vita differenti e – se vogliamo – di maschere della modernità.