Interpretato da un superbo Joacquin Phoenix, il protagonista della storia è Arthur Fleck, uomo che – in virtù di un disagio esistenziale di fondo – darà vita, di lì a poco, al nemico giurato di Batman, flessione narrativa, questa, esplicata nel finale del lungometraggio in oggetto con l’uccisione dei coniugi Wayne e lo sguardo inerme del piccolo Bruce. Arrivata nelle sale cinematografiche italiane il 3 Ottobre 2019, la pellicola di Phillips fornisce il disegno del personaggio disturbato di Fleck, il quale, dopo non esser riuscito a sfondare come comico, decide di passare dalla parte del crimine ed incarnare la rivendicazione dell’intera società contro istituzioni, costumi e quant’altro.
Questa l’immagine messa in evidenza durante le due ore di film, un disagio esistenziale non di una sola persona ma di un’intera città che scenderà persino in strada a gridare il nome di Joker e osannare le sue azioni. Considerando la vita una vera e propria commedia, il tranquillo ragazzo di Gotham, desideroso di diventare un comico, finirà per diventare una temibile mente criminale, interpretando ogni azione come fosse uno spettacolo sul palcoscenico, attraverso movimenti, balli, trasformazioni, trucco e parrucco. Questa la particolarità più evidente nella descrizione del personaggio già messo in scena in modo sublime dal Premio Oscar Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro, la capacità trasformazionistica e le doti immersive dell’attore statunitense, sottoposto qui ad incessanti ore di preparazione per un viaggio mentale e figurativo che parte dalle origini di Joker in virtù di una ribellione poco consona ai soprusi e al disadattamento sociale portato dall’incomprensione nei suoi confronti. Elementi significativi del prodotto cinematografico presentato il 31 Agosto alla 76ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia il ricercato stile di montaggio e la definizione dei caratteri dei personaggi secondari sullo schermo, a partire dall’intraprendente Sophie (Zazie Beetz) fino ad arrivare al carismatico Murray Franklin (Robert De Niro) e a Penny Fleck (Frances Conroy), l’anziana madre di Arthur interpretata anche da Hannah Gross nel contesto di una retrospettiva condotta attraverso un flashback narrativo, il tutto particolareggiato dalle classiche musiche distintive e dal tema musicale proprio del criminal showman in preda al delirio e ad una pazzia incontrollata.