Interpretata da Mark Whalberg e Rose Byrne nei panni dei coniugi Pete ed Emily, la nuova pellicola di Sean Anders si struttura lungo la tematica della famiglia girandovi attorno in riferimento a generosità e disponibilità verso il prossimo. Alle prese con la pratica di adozione avanzata nei confronti di Lizzie (Isabela Moner) e dei suoi fratelli Juan (Gustavo Quiroz Jr.) e Lita (Julianna Gamiz), i protagonisti della storia si ritroveranno – all’improvviso e quasi senza rendersene conto – la vita riempita dalla spensieratezza dei nuovi arrivati in casa.
Venendo a misurarsi con l’isolamento di Juan e con il difficile percorso di crescita di Lizzie, i due affidatari matureranno un significativo istinto di protezione nei confronti dei tre nel tentativo di preservarli da altri dispiaceri e dai disagi del passato. Sullo sfondo della sceneggiatura a prendere spazio è il progressivo confronto tra neo genitori e figli per il benessere della nuova famiglia Wagner, tra la reciproca condivisione di esperienze e di attività sportive o ricreative, il tutto in funzione della ricerca della giusta chiave di comunicazione. Ad allestire le tonalità del lungometraggio sul livello comico l’incontro-scontro generazionale tra i caratteri interpretati dallo scoppiettante duo Whalberg – Byrne, da una parte e dai tre giovanissimi attori, dall’altra. Terza collaborazione tra il pugile di The Fighter e il regista statunitense dopo Daddy’s home e Daddy’s home 2, il film si avvale, inoltre, dell’interpretazione di un cast giovane e dell’attrice da Coppa Volpi (cfr. premi 57ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia), a suo agio nell’impatto sul grande schermo lungo il tema già affrontato – in un certo senso – nella produzione Cattivi Vicini. Punto di forza del film, infatti, proprio l’interpretazione ad hoc da parte dei protagonisti, il primo negli atteggiamenti premurosi del capofamiglia è la seconda, tenace, nell’arduo compito di indirizzare la figlia adottiva nelle scelte giuste volte alla propria integrità.