Uscita in sala il 20 Dicembre 2018, la pellicola di Rob Marshall si struttura – come accadeva nell’originale – sulle tematiche dello stupore e della meraviglia, mettendo in risalto lo stretto contatto con il classico del 1964, da cui il regista prende spunto attualizzando testo e contesto. Un successo senza tempo, quello di Mary Poppins (Emily Blunt), scesa nuovamente dal cielo per prendersi cura di una nuova generazione di Banks.
Ormai cresciuto e alle prese con ingerenze della vita quotidiana, Michael (Ben Whishaw) si occupa a tempo pieno dei suoi tre figli e della casa di famiglia lavorando come cassiere presso la banca detentrice del debito gravante sull’abitazione, la stessa in cui era stato allevato con la sorella Jane dalla tata dalle mille risorse e dalla borsa senza fondo. Messo alle strette dal nuovo presidente dell’istituto di credito Wilkins (Colin Firth), il padre di famiglia interpretato da Whishaw inizierà a sentire in modo inequivocabile la mancanza della moglie scomparsa e il peso dell’assenza di una figura femminile nell’educazione dei figli. In suo aiuto verrá, però, la fantasiosa donna interpretata dalla Blunt, tornata in quella casa per istruire i piccoli John, Annabell e Georgie, ritrovando anche la governante Ellen (Julie Walters) e il lampionario Jake (Lin-Manuel Miranda), un tempo giovane aiutante di Bert (Dick Van Dyke). Eternamente giovane e con la stessa gioia di vivere, la protagonista riuscirà ad impartire nei tre giovanissimi caratteri la stessa gioia di vivere e il senso del fantastico lasciato anni prima al padre e alla zia Jane (Emely Mortimer). Sullo sfondo del prodotto cinematografico, corredato da sequenze musicali allestite in ottica teatrale e scenografica tra un complesso di lampioni, il valore dato al ricordo e alla memoria delle persone amate per mezzo della voce dei tre piccoli interpreti. Sequel moderno della storia firmata da Pamela Lyndon Travers, il film di Marshall assume un tratteggio attinente – per certi versi – alla caratterizzazione del rifacimento cinematografico a fronte dello spostamento cronologico della storia e di alcuni elementi della sceneggiatura, differenziandosi, però, nel contesto e negli intenti di modernizzare la storia e rivolgersi ad un nuovo pubblico di spettatori.