HERCULES – un superdotato combattente di razza
Basata sulla graphic novel Hercules: la guerra dei Traci di Steve Moore e Admira Wijaya, la pellicola diretta e co-prodotta da Brett Ratner, uscita il 13 Agosto del 2014 e andata in onda ieri sera su Nove, sembra incaricarsi di tracciare, in modo netto, un superbo confine tra storia e leggenda, ponendo Hercules e la sua schiera di mercenari davanti alla presa di consapevolezza del proprio ruolo.
Assoldati dal malvagio re Cotys (John Hurt) per una battaglia sanguinolenta, Hercules (Dwayne Johnson) e i suoi fedeli seguaci saranno chiamati ad addestrare un esercito di agricoltori e artigiani per affrontare l’esercito di Reso (Tobias Santelmann) in modo da portare la pace e unificare tutto il regno. Desideroso, in realtà, di imporre la sua sovranità e costruire un impero grazie all’alleanza con re Euristeo (Joseph Fiennes) di Atene, il carattere interpretato da Hurt fornisce maestranza della sua avidità e di una certa ambizione al comando, intento, questo, perseguito con ingegno e con la sicurezza della ormai consolidata potenza delle sue truppe. Un richiamo ad un senso di rispetto dei patti, quello che investirà il protagonista e i suoi, i quali, dapprima allontanati con il corrispettivo oro per i servigi resi, decideranno di scendere in campo per sconfiggere le intenzioni di Cotys e di Euristeo, intenzionati a sottomettere tutta la Grecia. Alla base della parte del film relativa alle due battaglie principali della vicenda un flusso considerevole di testosterone, armi e muscoli, astuzia e preparazione, tutte particolarità, queste, affini a rendere – come da tradizione – la vicenda avvincente segnando, però, una spaccatura tra la leggenda del figlio di Zeus e la storia del roccioso eroe qui interpretato da The Rock, provato anche da una dissacrante scoperta relativa alla sua famiglia.
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