Diretto e interpretato da Clint Eastwood, il film fornisce un ritratto intimista del veterano di origine polacca Walt Kowalski (Clint Eastwood), alle prese con la scarsa sopportazione del “diverso”, rappresentato dalle popolazioni del Vietnam nel prodotto in oggetto. Costruito attorno alla minuziosa cura di una scintillante Ford Gran Torino, il lungometraggio pone sullo sfondo della sceneggiatura le differenze sociali in rapporto agli atti prevaricatori delle gang di quartiere.
Aggiudicatosi anche due statuette nel 2009 per Miglior film nel contesto dei David di Donatello e dei Nastri d’argento, Gran Torino si sviluppa – in un certo senso – all’interno di un contesto quasi familiare sui rapporti da vicinato e sulla progressiva assunzione di un atteggiamento di “paternità” da parte del protagonista nei confronti di Thao (Bee Vang). Giovane di una famiglia H’mong alla prese con le pressioni del cugino Spider/Fong (Doua Moua) e della sua rappresaglia di teppisti, il carattere interpretato da Vang sarà colto sul fatto del tentato furto del prezioso bene aerodinamico di Walt, motivo per cui dovrà ripagare all’offesa prestando servizio presso l’uomo. Rimasto vedovo e isolatosi per via dei duri rapporti con i figli, il carattere interpretato da Eastwood maturerà un istinto di protezione nei confronti del ragazzo nel tentativo di riparare ai torti subiti da Sue (Ahney Her) e dalla sua famiglia. Centrale nel film la tematica del rispetto dei propri spazi e della famiglia, dinamiche che – una volta turbate –finiscono per risvegliare l’atteggiamento combattivo del reduce dalla Guerra di Corea, animato da uno spirito di vendetta o – per dirla tutta – dalla sete di giustizia per i giovani amici H’mong.