Seconda giornata del Festival Culture Giovani di Pescara, durante la quale continuano i lavori di volontari e responsabili della SO.HA nella preparazione del setting per la sera. Il dibattito della giornata, tenutosi verso le 19,00 affronta il tema degli spazi culturali per i giovani pescaresi.
Ad intraprendere il confronto, introdotto dalla coordinatrice dell’associazione Giulia Mistichelli, Berardo Carboni, rappresentante del Teatro Valle occupato di Roma, il quale affronta il tema della mancanza dei luoghi di contatto con la cultura, correlandolo alla politica. Forte dell’esperienza dell’occupazione del Teatro Valle, lo stesso vuole lanciare un monito a darsi da fare con l’ausilio delle proprie forze. Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri, rivendica l’autogestione degli spazi culturali forniti dalle istituzioni, mentre Patrizio Gragnano, consigliere di Napoli, accosta la mancanza dei luoghi di libera espressione a quella dei love parking creati a Napoli e gestiti dalla società, come luoghi in cui, appartati nelle proprie auto, si può fare ciò che si vuole ed esercitare la libera espressività senza dar peso alle tendenze e senza doversi nascondere. La stessa rappresentante della SO.HA affronta il problema, delegandolo all’ambito pescarese e chiedendo all’amministrazione della città adriatica di fornire più spazi aperti e di andare incontro ai giovani, risorsa fondamentale della provincia. Presenti anche Carlo Damiani, a rappresentanza del collettivo degli studenti di Pescara, che si lamenta della situazione deludente della città, vista la continua ricerca dei giovani di spazi di aggregazione, non forniti dall’amministrazione, e Daniela Santroni dell’associazione culturale Movimentazioni di Pescara, la quale, dopo aver definito il giovane come un bacino elettorale su cui investire, presume che la mancanza sia collegata ad una logica di mercato, in quanto bisognerebbe rendere gli spazi suddetti una risorsa, stipulando patti tra amministrazione e fruitori. Infine, il vicesindaco della città pescarese, Berardino Fiorilli, identifica come soluzione alle mancanze del comune, la presentazione di proposte collettive per la città e non richieste a scopo personale. A chiudere il dibattito la proiezione di un documentario inerente il progetto di salvaguardia dei giovani Popstar, realizzato dai ragazzi del comune di Altino, i quali interagiscono con gli anziani della città chiedendo loro considerazioni ed esperienze sulla vita, sul lavoro, sul futuro, sul tempo e sulla felicità. Il video risulta essere davvero toccante e simbolico, frutto dell’incontro tra maturità e giovinezza, tra ragazzi e anziani, costituendo un bel progetto, diretto da Mariarosaria Rossetti, presente insieme ad Annamaria Talone e ad Antonio Rossi, assessore delle politiche giovanili del comune.
Verso le ore 22,00 iniziano i live dei musicisti, a partire da quello di Andrea Piermattei, che si presenta in trio con Alberto Capone e Stefano Campetta. Sound originale ed eclettico dei pezzi, scritti da Andrea, con cui i tre propongono agli ascoltatori un’esibizione per pochi intimi, in cui si nota un’impronta decisa e marcata, segnalata dall’agilità vocalica di Andrea, dalle percussioni di Alberto e dai bassi di Stefano. Le canzoni sono strutturate in un assetto ritmico particolare e nascono da dediche a varie personalità, come racconta Andrea nelle introduzioni, essendo l’intento del concerto quello di raccontarlo e viverlo in uno stile cauto, riflessivo ma anche deciso e significativo nel trasmettere emozioni intense. Alcuni dei brani provengono dalla tradizione popolare e dal folk, come quello di un pezzo piemontese, interpretato anche da De André, segnalando una particolare dimestichezza dei musicisti anche tra i classici presi in esame.
Successivamente salgono sul palco i 5 ragazzi dei Voina Hen con un assetto aggressivo e con testi anche poco ortodossi. Varie sono le tematiche trattate, tra cui il sesso, in cui si evince la singolarità del gruppo che affronta anche brani cover, in stile rock progressive italiano. L’immedesimazione nei brani stessi da parte del gruppo è notevole, si riscontrano, infatti, elementi positivi nella spettacolarità, nel padroneggiare il palcoscenico, nella carica vocale e melodica spinte al limite, forse, dettate da un forte senso di rabbia e nell’interpretazione aggressiva della musica, comunque, segnali di un percorso di maturazione ancora in atto.
L’ultima band a solcare il palco è quella dei New Candys, provenienti da Treviso e molto conosciuti in Italia. Già sulla scena musicale da qualche tempo, i quattro musicisti, danno alla serata un’impronta decisa e prorompente con brani originali in lingua inglese, segno di una buona dose di maturità artistico – musicale. Fernando Nuti, Diego Menegaldo, chitarre e voci del gruppo, il bassista Stefano Bidoggia e Dario Lucchesi alla batteria, costruiscono un setting davvero singolare, con vocalità portata allo stremo, originalità espressiva significativa e maturità esecutiva. Buono anche l’assetto ritmico dato dalle percussioni della batteria, notevoli interpretazione melodica delle chitarre e struttura del brano scandita dal basso, qualità che trovano riscontro nel coinvolgimento emotivo del pubblico, molto soddisfatto, divertito e in attesa della giornata conclusiva del festival adriatico, tempo permettendo.