Da oggi su Netflix, il documentario sceneggiato da Rodrigo H. Vila e diretto da Francisco Macri intende celebrare uno dei più grandi piloti d tutti i tempi, l’argentino Juan Manuel Fangio, l’unico finora in grado di vincere 5 campionati di Formula 1 con 4 differenti scuderie, detentore, inoltre, – prima dell’epopea del sette volte campione del mondo Michael Schumacher – di tutti i record della competizione nata dalle radici della Formula A e dell’automobilismo in genere. Oggetto del docu-film biografico e storico al tempo stesso, la vita e la carriera del corridore argentino vengono passate in rassegna attraverso stralci di filmati, immagini, fotografie e le riprese in bianco e nero dell’epoca degli anni ’50.
Passato dall’Alfa Romeo[1] alla Mercedes[2] per poi arrivare in Ferrari[3] nel 1956 prima di tornare in Maserati[4] l’anno successivo e ritirarsi nel 1958 dopo una stagione nella casa automobilistica fondata da Frank Kurtis[5], il leggendario pilota metteva a disposizione del suo team anche una certificata esperienza nell’assemblaggio e nella messa a punto del motore. Di umili origini, il giovane Fangio avrebbe – da sempre – manifestato un interesse per il settore della meccanica, come evidente dal suo percorso di studi compiuti in tale campo. Arricchito dalle testimonianze di campioni come Alain Prost, Nico Rosberg, Mika Hakkinen e Fernando Alonso, il prodotto documentaristico spicca per l’inserimento – attraverso un montaggio a tratti avvincente e a tratti emozionante – anche di scene e racconti ritraenti Ayrton Senna nella sua considerazione della leggenda tracciata da Fangio, fotografato come “il migliore di sempre” (cit.). Tra gli altri personaggi di spicco passati in rassegna durante i circa 90 minuti di documentario, anche l’attuale presidente Mercedes Toto Wolff e l’attuale campione del Mondo Lewis Hamilton, il quale non può che riconoscere il valore di un uomo che, gareggiando quando a far la differenza erano unicamente “la precisione e l’arte” (cit.) del pilota per via dell’inesistenza dei dispositivi dell’era moderna e contemporanea, è stato in grado di iscriver il suo nome nella storia della Formula 1 e dello sport agonistico in genere, stabilendo il primato di recordman mantenuto per i 48 anni a venire. Significativo prodotto cinematografico-televisivo di interesse storico e sportivo, il documentario di Macrì diventa una testimonianza di quella che è stata la storia del campione padre di tutti i record, della classe regina dell’automobilismo agonistico, dell’impatto degli anni della guerra mondiale sullo sport e soprattutto della leggenda Fangio tracciata nell’automobilismo tedesco e soprattutto in quello italiano tra Alfa Romeo, Maserati e Ferrari.
[1] 1950-1951
[2] 1954-1955: DAIMLER BENZ
[3] 1956
[4] 1953-1954 & 1957-1958
[5] 1958: KURTIS KRAFT