In diretta ieri sera su Rai 1, oltre che su YouTube e gli altri canali social della manifestazione annuale che raccoglie la musica di tutta l’Europa, l’evento che si sarebbe dovuto svolgere a Rotterdam è stato raccontato da Flavio Insinna e Federico Russo[1], al loro quinto anno, dal Teatro delle Vittorie di Roma. Un’edizione straordinaria che, costruita sul concetto di un Continente chiamato ad accendere una luce e una speranza attraverso la musica, non manca di stupire per l’accuratezza della regia e per l’ensemble artistico alla base. Strutturato su un montaggio affascinante dei contenuti live relative alle testimonianze a mezzo webcam degli artisti che avrebbero gareggiato e della superba esibizione del nostro Diodato da un’Arena di Verona deserta, il prodotto disponibile su Raiplay garantisce un’elevata spettacolarità grazie ai contenuti performativi di tutte le canzoni che sarebbero state in competizione, attraverso i relativi videoclip.
Un nuovo format, quello proposto, senza giuria né gara, dedicato esclusivamente alla capacità della Musica di consolare e – come del resto si evince da tutti gli eventi di questo periodo – far evadere, rispondendo alla necessità di accompagnare l’umanità nel difficile contesto in atto. A salire sul palcoscenico virtuale della manifestazione eurovisiva, tutti i concorrenti chiamati a rappresentare la propria patria, alternati dalle partecipazioni di alcuni personaggi clou ospitati dal palcoscenico itinerante della grande musica europea come il tre volte vincitore – due come cantante e una come autore – Johnny Logan sulle note di What’s another year?, la vincitrice dell’edizione 2007 Marja Šerifović con Molitva e la prima classificata dell’edizione 2018 Netta, la quale ha presentato la versione acustica e “casalinga” di Toy, prima di dare la linea a Duncan Laurence, vincitore della scorsa edizione che ha eseguito live il suo nuovo singolo Someone Else. Sicuramente innovativo e moderno, -Europe Shine a Light- volge anche lo sguardo al passato e alla storia dell’Eurovision, riproponendo le partecipazioni di Francesca Michielin con No Degree of Separation[2], Francesco Gabbani con Occidentali’s karma[3] , Mahmood con Soldi[4], Fabrizio Moro ed Ermal Meta con Non mi avete fatto niente[5], Domenico Modugno con l’indimenticabile Nel blu dipinto di blu[5] e Al Bano[6], il quale, collegato in diretta, ricorda che “niente era lasciato al caso” e non manca di far sentire la sua vicinanza agli italiani e a chi lotta in prima linea contro l’emergenza di questo periodo. Collegati in diretta, oltre a Mahmood, Gabbani e tanti altri, anche i tre componenti de Il volo, i quali parteciparono all’Eurovision del 2015 con Grande Amore, brano vincitore del Sanremo di quell’anno. Particolarmente affine alla necessaria presa di consapevolezza del delicato momento storico, Fai rumore di Diodato è divenuta la canzone simbolo di questo periodo, non soltanto per la condivisione partita dai balconi di tutta l’Italia, ma anche per il tema di fondo della necessità di farsi sentire e non fermarsi, rimanendo uniti, come cantava anche Toto Cotugno con la sua Insieme:1992 nel primato italiano del 1990[7].
[1] Al timone della conduzione radiofonica ci sono, invece, Gino Castaldo ed Ema Stokholma in contemporanea su Rai Radio2
[2] Nessun grado di separazione – brano valso alla musicista vicentina un importante secondo posto a Sanremo 2016 dietro agli Stadio con Un giorno mi dirai-Rinunciando alla possibilità di prender parte all’Eurovision Song Contest, il gruppo musicale bolognese passò il timone di rappresentare l’Italia alla Michielin
[3] Brano con cui il musicista toscano di Massa Carrara si è aggiudicato la vittoria di Sanremo 2017
[4] Brano con cui il cantautore milanese si è aggiudicato la vittoria di Sanremo 2019
[5] Brano con cui il duo Meta-Moro si è aggiudicato la vittoria di Sanremo 2018
[6] Al Bano ha partecipato all’Eurovision due volte al fianco di Romina Power con We’ll Live It All Again nel 1976 e con Magic, oh magic nel 1985 – nel 2000 vi prese parte come corista di Jane Bogaert sulle note di La vita cos’è
[7] Seconda vittoria dell’Italia dopo quella di Gigliola Cinguetti nel 1964 con Non ho l’età