Surplus di muscoli e testosterone, Escape plan – l’ultima sfida, arrivato nelle sale cinematografiche italiane il 4 Luglio per la regia di John Herzfeld, sembra strutturarsi interamente attorno alla prestanza fisica e al machismo degli interpreti, messi qui a dura prova dall’intersezione di diverse situazioni di sconforto a respiri action.
Chiamati ad interfacciarsi con il mercato penitenziario asiatico, i combattenti guidati da Ray Breslin (Sylvester Stallone) dovranno scongiurare la minaccia di Lester Clark Jr. (Devon Sawa) nei confronti di Daya Zhang (Malese Jow). Figlio dell’ex socio di Ray, l’avido personaggio interpretato da Sawa sembrerebbe animarsi unicamente di un forte spirito di vendetta muovendosi con aggressività verso il carattere interpretato da Stallone e colpendolo duramente sul piano dei sentimenti. A venire in supporto a Ray nella missione il suo fraterno alleato Tren DeRosa (Dave Bautista) e il precedente responsabile della sicurezza della Zhang, l’ esperto di arti marziali Shen Lo (Jin Zhang), poi allontanato a causa del suo legame con Daya. Motivato dal rapporto con la donna, l’artista marziale collaborerà con Breslin e i suoi nel tentativo di depistare i rapitori e allontanare il più possibile la possibilità di contatto con il magnate Wu Zhang (Russell Wong). Epilogo di una saga avviata nel 2013 con Escape Plan – Fuga dall’Inferno, il lungometraggio ci porta all’interno della inespugnabile Prigione del Diavolo, trasferendo la narrazione dall’ambizione di controllo alla finale necessità di vendetta quasi come a chiudere un ciclo, quello dei penitenziari (cit.).