Uscito in sala nel 2005 per la regia di James Steven Sadwith, il film biografico risulta essere ben confezionato anche per il piccolo schermo, configurandosi quale manifesto riepilogativo della carriera dell’indiscusso re del rock ‘n roll, Elvis Presley (Jonathan Rys Meyers), attivo nel rockabilly sin dai primi anni ’50.
Il prodotto cinematografico, però, non vuole solo essere un reportage dei fatti relativi alla sua grande musica ma anche un resoconto delle sue vicende familiari ed intime, a partire dal rapporto speciale che legava il musicista alla madre Gladys (Camryn Manheim). Si tratta, infatti, di un legame che non si spezzerà mai nonostante il successo televisivo e musicale dell’uomo, partito dallo studio di registrazione cittadino incidendo That’s all right, pezzo dedicato alla donna, a testimonianza del legame materno messo in risalto nel film, proseguendo accanto a Sam Phillips (Tim Guinee) e arrivando al successo nazionale con il Colonnello Parker (Randy Quaid). Ad affiancare la leggenda musicale il chitarrista Scotty Moore (Mark Adam) e il bassista Bill Black (Clay Steakley), componenti della sua squadra sin dalla prima incisione in “casa” e voluti a tutti i costi dal leggendario front – man anche negli show televisivi. Dei fatti relativi alla vita privata del sovrano del rock ‘roll nel film vi è una rapida carrellata della relazione giovanile con Dixie (Jennifer Rae Westley) e di quella matura di tipo coniugale con Priscilla (Antonia Bernath), inserendo nella sceneggiatura qualche momento di perdizione durante la routine, probabilmente causa del peso dello show e dell’audience fin lì perdurati. Durante il proseguimento della narrazione del film, si assiste, attraverso un montaggio esplicativo e inquadrature descrittive, ad un processo di fissazione e conferma dell’icona Presley, in seguito al suo ritorno dall’esercito.
In ultima analisi, concentrando il tema centrale sulla storia del mito del rock, il film ripercorre gli avvenimenti che ne hanno fatto splendere la vita e la carriera, accanto a quelli che ne hanno turbato l’interiorità, in un ritratto della prima rock star della storia e dei suoi talvolta inconsapevoli eccessi, attraverso la rassegna delle sue indimenticabili canzoni, indiscutibilmente impresse nella storia della musica.