Sarà in scena fino al 16 febbraio l’ultimo testo scritto e diretto da Lorenzo De Feo, riportato sul palcoscenico del teatro Millelire di Roma da Antonio Lupi, Mariano Riccio, Jessica Zanella, Gabriele Mangion e Mario Piana, i quali, dopo la prima della settimana di inizio 2014, hanno sentito la necessità di offrire un tributo all’autore, prematuramente scomparso lo scorso 19 del corrente mese. Seppur non ci sia nulla che possa supplire alla mancanza del regista, dallo spettacolo si nota un’attenta interpretazione da parte degli attori, motivati nella trasmissione del messaggio che De Feo ha costruito durante il suo cammino artistico.
Teodoro e Dazio |
Teo e Dazio sono due fratelli molto diversi tra loro, l’uno presumibilmente disturbato viste le sue manie e l’altro più serioso, di professione giornalista. Interpretati da Mariano Riccio e Antonio Lupi, i due personaggi sono uniti, però, dal desiderio comune di impossessarsi dell’eredità della zia Agata, carattere onnisciente. Terza protagonista dello spettacolo è la cugina Cunegonda, interpretata da Jessica Zanella, la quale vive con la zia dall’altra parte della città e non desta dallo schierarsi con i due uomini nella pianificazione della morte della zia, necessaria solo per il suo bene (cit.). Il piano che tentano di metter su ha, però, delle inevitabili crepe e discordanze, rese in sketch esilaranti e sequenze da ridere, mentre si scoprono verità nascoste della vita dei tre. Ad arricchire simpaticamente la scena Piana e Mangion, i quali interpretano due personaggi a supporto della narrazione, diversificata in due sequenze parallele e sovrapposte, quasi come nelle atmosfere cinematografiche, qualità maggiormente richiamata in alcuni degli escamotage narrativi, tra cui quella del volo dell’altalena. A render ancora più avvincente la narrazione le scenografie black e oscurate, tra il giallo ocra e il nero, il tutto contornato da musiche e canti di valenza diabolica e stupefacente. Il tema diabolico su cui si regge l’intreccio porterà i personaggi a volere la fine dei futuri complici, vista, altrimenti, la doverosa separazione dei beni in tre parti. Il meccanismo narrativo, attentamente costruito da De Feo, si dispiegherà, infine, in un risvolto sorprendente ed inaspettato, tutto da vivere.
piani diabolici ed oscuri |
L’alto tasso di cinismo e di humor nero rendono questa commedia musicale un’opera significativa di tendenza stilistica alla Monty Python, arricchito dalle musiche originali di Francesco Crispo. Accento indispensabile proprio su quest’ultimo aspetto, la componente musicale, quella che, forse maggiormente dà una nota emotiva al prodotto, abbracciando il pubblico e conducendolo in un viaggio tutto italiano con testi delle canzoni di Lupi e dello stesso De Feo, a cui va tutto il caloroso applauso finale.