Interpretata da Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio, la nuova commedia di Simone Godano sembra porsi – in un certo senso – come presupposto ad una certa apertura mentale in relazione alla decorrenza dei tempi. Tema centrale – come spesso viene dichiarato nel lungometraggio – quello delle unioni civili, interpretato dai protagonisti nei panni di Carlo e Tony, entrambi colti in un limbo tra identità e responsabilità, in un certo senso.
Decisi più che mai a contrarre matrimonio, i due protagonisti dovranno, infatti, assumersi la responsabilità di scoprire le carte con i rispettivi figli. Turbati dalla notizia e inconsapevoli della veridicità del legame tra i genitori, Sandro (Filippo Scicchitano) e Penelope (Jasmine Trinca) proveranno a boicottare l’evento coinvolgendo persino Giulietta (Anna Galiena), ex moglie di Tony e madre della ragazza, accorsa in aiuto della figlia per il triste scopo. Carattere tendenzialmente centrale, quello della donna, resasi conto della purezza e della trasparenza del sentimento dell’ex coniuge, fungendo quasi da valvola tra una spaesata e impaurita figlia e il forte sentimento di Tony nei confronti del pescatore romano, orizzonte strutturale del lungometraggio che – come lecito – viene trattato con le pinze sia a livello di sceneggiatura che di narrazione. Uscito in sala il 28 Febbraio e candidato ai Nastri d’Argento, il prodotto cinematografico pone l’accento sulla diversità tra i Castelvecchio e i Petragna, trovando non pochi luoghi comuni e riflettendo – se vogliamo – sull’essenza dei sentimenti e dell’amore attraverso la coralità dei personaggi, a dar voce all’importanza della famiglia.