In sala dal 24 gennaio 2019, la commedia di Francesco Miccichè mette simpaticamente in risalto la presunta differenza culturale tra il Settentrione e il mezzogiorno d’Italia, sviluppando una storia di contatto nel contesto di un matrimonio annunciato, quello tra Riccardo (Lorenzo Zurzolo) e Ilenia (Grace Ambrose). Secondogenito di un imprenditore milanese Diego (Diego Abatantuono) e figlia del sindaco meridionale Gaetano (Vincenzo Salemme), i due giovani si sarebbero persi uno nello sguardo dell’altra promettendosi amore eterno dopo poco più di un mese.
Alle prese con i preparativi di un matrimonio folkloristico e con una occasionale e permalosa wedding planner, i caratteri interpretati da Zurzolo e dalla Ambrose dovranno interfacciarsi con l’inquietudine iniziale dei genitori e con i rispettivi tentativi di far saltare il matrimonio. Predominante nel lungometraggio di Miccichè la componente temporale a fronte di una narrazione costruita a cavallo delle stagioni estive del 2017 e 2018 nell’ottica di un sottilissimo confine tra la conoscenza e l’instaurazione di un legame, fulcro narrativo di cui sono protagonisti i caratteri interpretati da Salemme e Abatantuono. Forte nel film anche la componente ironica allestita su più livelli, dall’assegnazione dei nomi alla costruzione di raffinate sequenze dal gusto marittimo o commerciale, meccanismo narrativo, questo, finalizzato a catturare e divertire gli spettatori. Sorretta dalle spalle dei due attori “forti”, la sceneggiatura del film intende lasciare spazio all’immaginazione, proiettando la storia del precipitoso matrimonio tra i due ragazzi, prima e quella dell’amicizia “sofferta” tra i due capofamiglia, dopo. A sorreggere il tessuto comico del film ci pensano inoltre le maschere portate in scena da Elda Alvigni, Valeria Bilello e Dino Abbrescia, rispettivamente nei panni delle due compagne dei protagonisti e di Tito, lo zio stralunato di Ilenia incaricato da Gaetano di organizzare uno stravagante e pepato addio al celibato per Riccardo. Costruito in ottica tendenzialmente eversiva, il racconto della storia di un matrimonio rimandato assume i caratteri del racconto all’italiana con l’importanza ai valori della famiglia, delle origini e della spensieratezza giovanile, il tutto portato sul grande schermo da un cast generazionale e culturale partendo dal canovaccio dell’opera manzoniana.