Diretto dal medesimo regista di Rambo II – la vendetta, il lungometraggio si struttura lungo la possibile risposta al crimine, qui interpretata da Sylvester Stallone nei panni del tenente Marion Cobretti, vittima – in un certo senso – di un carattere avverso ed egocentrico.Nascondendo, presumibilmente, un lato profondo e meramente riflessivo nello studio degli episodi e nella preparazione della propria mossa, il protagonista,forte del suo atteggiamento solitario, rivela una certa filosofia della propria figura.
Poliziotto della sezione “Sbandati”(cit.) o – altrimenti detta – Zombie squad, il carattere interpretato da Stallone, forte del suo atteggiamento solitario e sbrigativo nei modi, dovrà passare a setaccio le strade e i club di Los Angeles al fine di carpire indizi preziosi in riferimento ad un gruppo di fanatici del fuoco. Affiancato da Tony Gonzales (Reni Santoni) e muovendo la macchina investigativa verso una situazione volutamente poco chiara e dispersiva, Cobra dovrà spremere i suoi abituali informatori per far luce sulle motivazioni dei gesti criminali e proteggere Ingrid (Brigitte Nielsen), testimone chiave di un processo estremamente delicato ed evidentemente alquanto scomodo per l’organizzazione della Belva della Notte (Brian Thomspon) e di Nancy (Lee Garlington). Mescolando livelli spettacolari e violenti, George Pan Cosmatos dirige il cast nel confine labile della giurisdizione a fronte di metodi talvolta poco ortodossi, colorando la pellicola poliziesca, uscita in sala il 24 Ottobre 1986, di tonalità noir e risvolti tematici propri dell’action di mestiere. Evidenziando la tenacia e i tratti categorici del protagonista, Sly richiama – come accade anche nella produzione relativa all’eroe di guerra reduce dal Vietnam – la sete di giustizia dei suoi personaggi.