Lo spettacolo, scritto da Angelo Zito e interpretato da Katia Nani, si concentra sulla crisi di una donna in un perenne stato di confusione per l’attesa del ritorno del suo marinaio, ormai disperso da molto tempo. Il filo narrativo è tutto qui, la confusione e le mille domande che si pone l’attrice, cercando di trovarvi risposta lungo il suo monologo, un dialogo con se stessa alla ricerca del come e del perché il suo marinaio non torni da lei. A tenere su questa narrazione, è l’immagine di una cipolla rossa, o meglio di cipolle da preparare per l’uomo, tanto atteso dall’attrice che finisce per perdersi davanti ad un ipotetico pubblico come se si trovasse in un camerino teatrale.
La riflessione, quindi, pare essere insita nella messa in scena ed è un passaggio dallo stato di disperazione della donna ad un momento di delusione per il sopraggiungere di una voce fuori campo, al di là della tenda, quella dello stesso autore del testo teatrale, vincitore del premio Fersen nel 2008. È la voce del marinaio che torna dalla sua lunga navigata per assaporare il piatto che gli ha preparato la compagna, apportando allo spettacolo il colpo di scena mancante a spezzare il coinvolgimento emotivo destato dalla trasmissione dell’animo dell’attrice, a cui viene tolto, anche se solo per un momento, il ruolo di protagonista.
Accostamento inevitabile al dramma di Penelope in attesa del ritorno del suo Ulisse da Troia e excursus storico rendono lo spettacolo degno di nota per il coinvolgimento emotivo ricercato, per il delicato momento di condivisione dello stato di ansia e per il setting teatrale costruito attorno ad una brava attrice che dà se stessa al suo pubblico, ipotetico e reale.
Le tematiche evidenziate che riportano a Penelope di Itaca, qui rimodernizzata, a render tutto un denso trascorso di finzione ed emozione, sono quelle di abbandono e delusione, netto egoismo del marinaio, caratteristica che porta la protagonista ad una sorta di disprezzo, unite all’egocentrismo della donna che fa della sua vita sentimentale una messa in scena teatrale, il tutto corollato da un senso di amore di fondo, possibile artefice del malessere della protagonista, portato sul palcoscenico del Teatro Millelire che riconferma, ancora una volta, la sua propensione a promuovere gli spettacoli della città capitolina significativi e intensi.