Trama ed analisi:
Nell’articolo seguente verrà proposta l’analisi del film “Caravaggio”con Alessio Boni, nei panni dell’artista, ed Elena Sofia Ricci, nei panni della marchesa che protegge il pittore.
L’introduzione al film vede Caravaggio che si trova sulla nave diretta a Roma e, immerso nei suoi pensieri dice: “le forze scivolano via, la febbre della malaria è tornata, questo sole non basta a scaldarmi, spero che il sonno della morte sia quieto”. Da questa prima scena è possibile capire la situazione in cui l’artista si trova… è sulla nave che lo sta portando lontano dalla città verso una realtà migliore in cui poter esprimere il suo lato artistico; egli non ha più forze, ha freddo, la malaria inizia a farsi sentire sul suo corpo e la sua unica speranza è la morte in cui spera di trovare un riposo quieto.
Nella scena seguente vi è un flash-back in cui Caravaggio rivive alcuni ricordi della sua infanzia, in particolare quello in cui si vede il suo villaggio sommerso dalle fiamme. La sua casa brucia e lui è costretto a scappare…. ricordi, demoni, ossessioniche lo turbano ancora, insieme all’odore della morte del padre e del nonno. La madre manda Caravaggio a Milano, ad imparare un mestiere, per allontanarlo da quell’inferno e per fare quello che gli è sempre piaciuto: l’artista.
Termina qui l’introduzione e ora si vede sullo schermo una carrellata dei quadri dell’artista durante i titoli di apertura. Dall’inizio del film Caravaggio esprime la sua volontà di andare a Roma e infatti, in un dialogo con la sua protettrice di Milano, la marchesa, interpretata da Elena Sofia Ricci. Caravaggio dice: “Roma è il centro dell’universo per un artista” e la donna si preoccupa per lui perché, pur provenendo da Roma stessa, ella riconosce quanto la città sia diventata pericolosa ma lo rassicura dicendogli: “potrai sempre contare su di me e sulla mia famiglia che si trova a Roma”.
Caravaggio arriva a Roma e da subito nota che tutta l’Europa si trova lì, inglesi, francesi, ecc. Incontra poi Mario Minniti, un altro pittore che, vedendolo affamato, gli offre qualcosa da mangiare; Caravaggio si presenta come Michelangelo Merisi da Caravaggio, piccolo paesino lombardo vicino Milano. Questa è la rivelazione del nome dell’artista, conosciuto da tutti solo come Caravaggio, nome del paese da cui proviene. Il giorno seguente, mentre i due passeggiano accanto al fiume scorgono il corpo di un uomo morto e Caravaggio si avvicina dicendo: “quando dipingerò la morte dovrò ricordarmi come è fatta”.
Nella scena seguente si vede l’artista che, dopo essere svenuto, si risveglia in ospedale e viene stimolato a dipingere la stanza ma Caravaggio spiega che lui dipinge solo le figure ed è quello il motivo per cui non riesce a trovare un impiego: ecco la descrizione del far artedi Caravaggio. La sua pittura si fonda sul riprodurre le figure. L’artista decide di ritrarre l’amico in ospedale perché “la vera arte viene da dentro e non dipende dal posto in cui l’artista si trova”.
Finalmente si fa avanti un compratore e così, Michelangelo può comprare una casa in cui alloggia con l’amico Mario ma, nonostante sembra che tutto vada meglio, i ricordi e i demoni continuano ad affiorare nella sua mente. In seguito il cardinal Del Monte di Santa Romana Chiesa decide di comprare i suoi quadri e lo fa visitare da un medico perché vuole ingaggiarlo. É questa la nuova fase della vita di Caravaggio, nel palazzo Firenze, a Roma, in cui il cardinale predispone per lui un’ampia stanza in cui lavorare; in cambio di questa generosità, l’artista non deve far altro che “esercitare al meglio il talento che Dio gli ha concesso”. Il cardinale rivela all’artista che c’è qualcuno che tiene molto a lui e che lo protegge da lontano: si tratta della marchesa che gli aveva promesso di tutelarlo anche da lontano. Caravaggio spiega il suo modo di differenziare le forme artistiche con la frase: “la scultura non può catturare l’anima del volto umano, mentre la pittura si”… l’artista non dipinge la vita reale ma usa modelli, per lui tutto diventerebbe triviale se non venisse dalla natura e dal movimento. Ecco la spiegazione del senso dell’arte di Caravaggio: egli usa la pittura per rappresentare la realtà, tramite modelli per cui tutto deriva dalla natura.
Dopo essere stato imprigionato per tre giorni, Caravaggio rientra a palazzo Firenze, dopo aver assistito all’uccisione di tre donne da parte dei soldati e la sua mente giunge ad una riflessione su Dio: “come posso credere in te, un essere perfetto che ha creato uomini imperfetti?.
Intanto gli viene affidata la decorazione della Cappella Fontarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma; il pittore non ha intenzione di fare bozzetti delle opere ma direttamente le tele elaborate dai modelli e durante i lavori, mentre l’artista sta dipingendo la parabola “figliol prodigo”, gli arriva la vocazione e l’artista inizia ad avere un nuovo spirito per affrontare la vita. Al termine dei lavori il risultato è fantastico e le opere appassionano tutti tranne il maestro Zuccari che lo accusa di aver copiato i grandi dell’arte e lo definisce violento e arrogante, in combutta con il diavolo. Dopo aver assistito ad un’altra scena di morte, quella di frate Giordano Bruno, condannato al rogo per aver messo in dubbio la bibbia, Caravaggio viene allontanato dal palazzo a causa di un quadro ritenuto offensivo dai chierici.
Rilasciato, in seguito ad un nuovo arresto per aver ferito Lorenzo Tommassori, ex soldato, in un duello, si assiste all’incontro di Caravaggio con Lena, la quale sarà la sua nuova modella. La ragazza gli rivela che il popolo lo definiva esattamente come le sue opere: “la parte luminosa è bellissima, mentre la parte in ombra nasconde il peccato”. Il pittore vede la ragazza come “unico amore, unica bellezza, l’unica che avrebbe potuto essere la madre dei suoi orfani”.
Tornando alla carriera artistica, notiamo che Caravaggio viene richiamato dal Cardinal Del Monte per lavorare con la famiglia borghese: il papa era morto e, per impedire che gli spagnoli prendano il papato, realizza un ritratto del nuovo papa, appartenente alla famiglia.
Il pittore viene anche definito eretico e blasfemo, per aver eseguito ritratti della sua donna nelle vesti della vergine Maria. Dopo aver ucciso un soldato che aveva sfregiato il viso a Lena, Caravaggio viene allontanato dalla città e si rifugia nell’isola di Malta presso l’ordine dei cavalieri e qui, dopo aver eseguito un quadro di Don Giovanni, viene investito della carica di cavaliere. Dopo aver ferito un ministro in un duello, viene nuovamente imprigionato in un pozzo ma alcuni giorni dopo è liberato da alcuni amici che lo mandano a Siracusa. Qui lo attende l’amico Mario Minniti e qualche giorno dopo riceve il perdono dal papa, grazie all’intervento della marchesa. Michele può finalmente tornare a Roma ma alcuni pescatori lo scaricano in un porto dove tutti lo accusano e, in seguito, Caravaggio è costretto a combattere con la sua più grande paura: si ritrova su un’isola a lottare con i demoni e alla fine, moribondo, sviene e si accascia a terra.
Il film si conclude con la frase, proiettata sullo schermo, di W. Goethè:
“maledetti, trafitti dalla passione
l’amore ci sopravvive,
l’arte ci rende immortali”.
Commento:
Il film ripropone la vita del pittore Michelangelo Merisi da Carvaggio, detto semplicemente Caravaggio. Si tratta di un film storico che può essere anche interpretato come un documentario in quanto vengono documentate le vicende della vita, oltre a quelle dell’impiego artistico del pittore e da esse si può desumere il senso primario dell’arte di Caravaggio: lui sceglie la pittura perché nessuna forma d’arte esprime l’animo dei personaggi quanto l’espressione a mano libera che coglie anche l’emozione del volto. Lo stato d’animo di Michele è pervaso da quella paura che ha sin da quando era piccolo: la paura dei demoni e dell’odore della morte, originata dalle vicende dell’incendio al villaggio. Con questa paura l’artista è costretto a convivere fino ad arrivare alla morte, causata dalla paura stessa dei demoni. Lui sceglie di dipingere solo figure e non paesaggi perché solo nei corpi degli uomini è possibile cogliere quell’immensità che le case non hanno.
É la storia del pittore lombardo che passa da Caravaggio a Milano e da Roma a Siracusa, riproposta in uno schema cinematografico che diviene quasi teatrale nella rappresentazione degli interni del palazzo: è una storia sull’arte di Michele che passa per amici, nemici, modelle, amore e infine finisce con la paura dei demoni.
É uno schema circolare della narrazione, in quanto nelle prime vicende dell’incendio, Michele si trova a confronto con la sua paura e finirà con la stessa paura che lo porta ad impazzire e infine alla morte.