Interessante pellicola action-comedy, il lungometraggio è uscito nel 2014 dando l’avvio ad una serie di – almeno fino ad ora – tre film, ampiamente strutturati attorno al mondo adrenalinico e motoristico del racing. Di produzione nordica, il prodotto targato Filmkameratene e diretto da Hallvard Braein offre, prendendo probabilmente spunto dalla saga Universal Pictures di Fast & Furious, dei valenti elementi costitutivi come quello di un team/famiglia e quello dei reali legami di sangue. È quello che accade nel film “apripista” in cui, a rispetto di una sceneggiatura composita, il campione automobilistico Roy (Anders Baasmo Christiansen) sarà chiamato a dividersi tra il desiderio di primeggiare sulle strade e vincere e il ruolo da genitore.
Desiderosa di passare del tempo con il padre, la giovane Nina (Ida Husoy) piomberà nella sua vita quasi come fosse un fulmine a ciel sereno, schierandosi, per certi versi, dalla sua parte e manifestando lo stesso animo tenace e combattivo del protagonista, mentre, da un altro punto di vista, non potrà far altro che mostrare le sue fragilità e la sua innocenza, liberandosi di quella corazza e incentivando il carattere interpretato da Christiansen ad essere “migliore”. A prendere largo spazio durante la narrazione è il rapporto complice tra le personalità più vicine al protagonista, da Doffen (Sven Nordin) e Nybakken (Otto Jespersen) a Romy (Ruby O. Fee) e Sylvia (Kathrine Thorborg Johansen) che, in funzione di – specie i primi due – una sorta di patto solenne, faranno di tutto per agevolare Roy nella sfida/rivincita contro TT (Trond Halbo). Sfondo della pellicola è un significativo parco macchine che – in virtù di sequenze prettamente realistiche – lascia poco spazio all’immaginazione, immergendosi nello spirito talvolta goliardico delle scene e nei riferimenti alla collaborazione e al supporto di cui la sceneggiatura è colma. Tra i veicoli affini alla resa accattivante della prima parte della storia, oltre alla Ford Mustang gialla del 1967 condotta dal protagonista, anche una Porshe GTstreet R, l’auto da battere che conferisce al film Borning-corsa senza regole quei respiri competitivi della rivalità di fondo, tema bilanciato, questo, dal livello di coesione del film e dall’interesse familiare sia di Nina che di Roy.