In onda stasera sulle reti Mediaset, il film diretto da Quentin Tarantino assume una forte valenza favolistica a fronte di una narrazione prettamente letteraria. Diviso in cinque capitoli, il film si struttura su una stratificazione temporale di matrice storica, inserendo il soggetto all’interno dell’epoca del regime nazista e delle torture agli ebrei. Aperto dalla locuzione narrativa c’era una volta, il lungometraggio spazia, inoltre, verso un’identificazione sociale,richiamata attraverso la locuzione nella Germania dei nazisti. In realtà ci troviamo nella campagna francese, in cui si pensa abbiano trovato rifugio alcune famiglie di ebrei, oggetto della ricerca del colonnello Landa,detto il cacciatore di ebrei, identificazione primaria che denota il tema del film: i soprusi sul popolo ebraico.
I bastardi sono i guerriglieri capeggiati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), al centro dell’opposizione al regime autoritario di Hitler, mossi dalla comune missione di voler uccidere tutti i seguaci del regime. Molta teatralità arricchita da una fresca sceneggiatura nelle sequenze dell’uccisione di uno degli appartenenti al partito nazional – socialista tedesco, un omicidio brutale ad opera dell’Orso Ebreo. Le inquadrature sui volti dei personaggi e sulla natura circostante hanno un carattere quasi fantasmagorico,come se l’elemento realistico diventi punto di partenza per il gioco di luci e montaggio. Altro carattere centrale del prodotto cinematografico è quello di Emanuelle, nuova identità di Shosanna (Mélanie Laurent), divenuta proprietaria di un cinema parigino in cui si consumerà la vendetta contro gli spietati terroristi avversi. Dopo essersi offerta di ospitare la proiezione del film sulle gesta naziste “Orgoglio della nazione”a cui avrebbero assistito gli esponenti del partito, infatti, la giovane ragazza mette in attoun piano per compiere lo sterminio della razza dell’orrore,appiccando l’incendio nel cinematografo. La tensione durante il corso dei fatti diviene palpabile, essendo evocata anche dalle musiche e dagli effetti dei piani sequenza con una particolare attenzione ai dettagli e ai caratteri in questione, nonché allo svolgimento temporale e retrospettivo delle azioni concernenti. La genialità narrativa della sceneggiatura riporta in video numerosi flashback, portando il montaggio da lineare a frammentato, denotando delle inquadrature e dei passaggi del tutto particolareggiati, al fine di catturare lo spettatore ed accompagnarlo nell’introspezione di fondo, in cui trova spazio anche una leggera ironia, caratteristica ripetuta nelle opere delregista dello spaghetti western.