Arrivato nei cinema americani il 4 Febbraio del 1994, Ace Ventura – l’acchiappanimali di Tom Shadyac presenta il personaggio stravagante del pet detective interpretato da Jim Carrey, abile conoscitore delle specie animali dai modi ambigui e dalla spiccata immedesimazione nelle mansioni lavorative.
Amante della natura e degli abitanti delle foreste, il protagonista verrà ingaggiato da Melissa Robinson (Courtney Cox) per far luce sul rapimento del delfino Fiocco di Neve, mascotte dei Miami Dolphins portato via alla vigilia del Super Bowl destando le preoccupazioni del coach Roger Podacter (Tony Evans) per la perdita di concentrazione degli atleti. Processo scientifico molto complesso, quello del ritrovamento degli animali, condotto da Ventura attraverso la raccolta di indizi e seguendo piste plausibili in virtù – se vogliamo – di un occhio più attento ai dettagli, il tutto – come nel caso del recupero di una gemma di ambra arancione – mediante metodi strampalati e talvolta biunivoci. Vertendo le sue ricerche nei confronti dei vincitori assoluti del 1984, Ace dovrà, infatti, misurarsi nella corsa, nel braccio di ferro e quant’altro per evadere tutti i suoi sospetti, ora indirizzati esclusivamente verso Ray Finkle, ex kicker responsabile della sconfitta della finale di campionato dell’anno precedente, finito in prognosi e scappato dalla clinica psichiatrica assumendo l’identità dell’insospettabile Lois Einhorn (Sean Young). Diretta da Tom Shadyac, la pellicola risulta coinvolgente e divertente ponendo alla base la descrizione dell’intensa vena comica di Carrey nella caratterizzazione del personaggio sotto tutti gli aspetti, dalla stramba camminata alla forbita dialettica nel rapporto con Aguado (John Capodice) e gli altri “colleghi” della polizia. Sullo sfondo del lungometraggio, invece, spiccano la diversificazione mimica degli atteggiamenti animaleschi del protagonista e la sua abilità nell’interpretare diversi botta e risposta inseriti nella matrice del film.