Adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale di Alfred Uhry, il film di Bruce Beresford risulta costruito sulla tematica della nascita del rapporto di amicizia tra Miss Daisy (Jessica Tandy) e Hoke (Morgan Freeman). Protagonisti di una storia di assistenza e rassegnazione, i due interagiranno tra loro nella condivisione forzata delle azioni quotidiane, imparando a rispettarsi.
Ingaggiato da Boolie (Dan Akyroid) per ricoprire i ruoli di chauffeur e autista personale della madre, il carattere interpretato da Freeman dovrà confrontarsi con una “nervosa” (cit.) e scorbutica signora aristocratica, ferma nella convinzione di non aver bisogno di aiuto. Ebrea di stirpe tedesca, la distinta signora interpretata dalla Tandy conduce una vita tranquilla tra casa e tempio, vittima – in un certo senso – del suo passato di maestra, tanto da trasporre la realtà contemporanea negli anni dell’insegnamento. Alla base della sceneggiatura la costruzione di un rapporto a ridosso delle differenze sociali tra i due protagonisti, rivelatisi uno indispensabile per l’altra, quasi a strutturare il racconto sul tema della necessità reciproca e facendone risultare una storia delicata, colma di vitalità e speranza. Avvalorato dalla conquista di tre Golden Globes e quattro statuette agli Oscar del 1990, tra cui quella per miglior film, il lungometraggio risulta caratterizzato da un montaggio emozionante, ricavato dalla messa in relazione delle sequenze paesaggistiche delle strade percorse dai due a bordo dell’auto e dei momenti di progressivo contatto sentimentale nella reciproca conoscenza.