Diretto da Francesco Amato, il lungometraggio tratto dalla storia vera di Elisa Girotto ripercorre le fasi della gravidanza della donna interpretata da Vittoria Puccini nei panni della protagonista. Strutturata sull’animo combattivo della donna, la pellicola circoscrive l’intera narrazione attorno alla forza della Girotto che, costretta a far i conti con un brutale nemico e con un angosciante ultimatum, decide di accompagnare la figlia in grembo fino alla maggior età attraverso doni preventivi.
Una storia triste che fa riflettere sull’importanza della maternità e dei valori familiari, un discorso condotto attraverso l’interazione materna nella consapevolezza di non poter vedere crescere la figlia, quasi fosse un’ultima missione di vita. A ricoprire il ruolo della giovane Anna, Benedetta Porcaroli dà voce, in modo sublime, all’angoscia di una figlia cresciuta unicamente sotto le cure di un premuroso padre portato sul grande schermo da Edoardo Leo. Provato dalla perdita della donna amata, Alessio dovrà fare da madre e da padre nel guidare la maturazione della ragazza interpretata in un modo particolarmente sentito dall’attrice romana, assecondata da quei diciotto regali che le erano stati fatti dalla madre. Giunta al suo diciottesimo compleanno e fino ad allora condizionata dai talvolta inopportuni progetti materni, la coprotagonista della vicenda – in virtù di un racconto altamente romanzato a livello cinematografico – avrà l’occasione di una importante retrospettiva per conoscere la madre. Uscito in sala il 2 Gennaio e costruito sull’intensità reale di un plausibile rapporto madre-figlia, il film di Amato allestisce, nell’ottica di un sottilissimo confine spazio-temporale, una sequenza surreale di eventi in riferimento alla profondità del tema trattato, lasciando alla Settima Arte il compito di far riflettere e – se vogliamo – far sperare in un contatto ultraterreno e contemplativo.