UN BAMBINO CHIAMATO NATALE – una fantastica atmosfera natalizia

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UN BAMBINO CHIAMATO NATALE – una fantastica atmosfera natalizia

Pellicola di quest’anno, il film di Gil Kenan, disponibile dal 24 Novembre su Netflix, risulta appassionante per una trama avventurosa di viaggio e scoperta e soprattutto per una scenografia e delle ambientazioni da togliere il fiato. Si tratta di una classica storia natalizia, ma ad emozionare e far sognare soprattutto i più piccoli è l’interpretazione del ruolo da parte del protagonista, un bambino che – con gli occhi carichi di emozione per la ricorrenza più bella dell’anno, attraverso cui si ricongiunge ancora di più al ricordo della madre – incarna lo spirito gioioso della festa del Natale, divenendo artefice di un viaggio dalla Finlandia ai limiti dell’impossibile.

Alla ricerca del padre partito per trovare una speranza e portarla nel regno di Re Vodol (Jim Broabent), il giovane protagonista si dirigerà nel profondo Nord, alla volta del leggendario e favoloso villaggio di Elfheim. Ad accompagnarlo nella traversata saranno un topolino domestico e la renna Blitzen, senza paure per la gioia di compiere il tragitto che sembra aver già attraversato la madre tempo prima. Sarà proprio il tempo trascorso in quel luogo fatato, unitamente alla condivisione con i “piccoli esseri” che vi abitano, ad arricchire la vita di Nikolas che – tra l’altro – ritrova anche il padre e si rende conto anche del sacrificio dell’uomo verso di lui. Quello del sacrificio o dell’altruismo è soltanto uno dei valori su cui è tessuta la sceneggiatura di Ol Parker che, basandosi sul romanzo omonimo di Matt Haig, riesce a dare, insieme al regista, un’impronta particolarmente toccante e riflessiva al prodotto cinematografico, lasciando poco spazio ai sorrisi se non nella cadenza sfrenata e accattivante di alcune scene. Confezionando un prodotto per ragazzi e famiglie, Kenan intende, stando per lo più lontano dal lato commerciale della festa, presumibilmente catturare l’attenzione sulla sua solennità, circoscrivendo le tematiche intorno ai valori di famiglia, gioia, amicizia, rispetto e – come si diceva poc’anzi – del sacrificio e del volere il bene del prossimo. I motivi narrativi qui elencati vanno, in ogni caso, identificati come supporto dell’elemento fondante della maternità su cui è sorretta sia la dimensione pseudo-reale della storia, quella che vede Zia Ruth raccontare la fiaba di Nikolas ai nipoti, sia l’espediente fiabesco tra i cieli e in quel dì di Elfheim con personaggi come la fata della verità e gli altri elfi, il tutto per un fittizio affresco pagano sulle origini del Natale e del suo Babbo.

By | 2022-01-07T13:53:16+01:00 Dicembre 24th, 2021|Cinema, Recensioni|0 Comments

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