TIFOSI – Napoli si inchina davanti al suo re

/, Cultura, Recensioni, Speciali/TIFOSI – Napoli si inchina davanti al suo re

TIFOSI – Napoli si inchina davanti al suo re

Venerato tra gli dei del calcio, Diego Armando Maradona[1] aveva da poco compiuto 60 anni ed era considerato un simbolo del soccer mondiale, rendendo necessaria ed imprescindibile la distinzione tra la sua natura di uomo e quella di sportivo. Di natali argentini e con una invidiabile carriera nel calcio giocato, il campione ha indossato la maglia del Napoli tra il 1984 e il 1991, conquistando un largo favore nella città partenopea e nell’Italia intera, questo grazie alle sue gesta fascinose nel campo e con la palla, rivelandosi disponibile e aperto a molteplici esperienze, collezionando anche una partecipazione cinematografica non documentaristica che attiene alla cinematografia del Nostro Paese.

Si tratta di Tifosi, pellicola del 1999 diretta da Neri Parenti in cui il Pibe de Oro interpreta, nel ruolo di se stesso, i sogni di una città intera, quella di Napoli dove l’animo del tifo è incarnato da Nino D’Angelo nei panni di Gennaro, un ex pregiudicato che non potrà far altro che attenersi alla passione per l’uomo che ha reso grande la città campana e lo sport. Degno di un immutato amore sia in patria che nel capoluogo campano, l’asso del pallone era capace di azioni incredibili sul terreno di gioco, regalando vere e proprie magie nel suo dialogare con la sfera di gioco. Restituita anche dal lungometraggio attraverso una “danza da plauso con la palla”, l’immagine di un supereroe dello sport è stata celebrata dai numerosi messaggi di cordoglio via social da parte di tutto il mondo dello sport, dello spettacolo e non soltanto. Film ad episodi, il prodotto cinematografico è scritto dal regista con i fratelli Vanzina, Fausto Brizzi e Marco Zambrini, spiccando per l’implementazione musicale ad opera di Bruno Zambrini e per l’inclusione del tema Ho visto Maradona anche nell’evocativa scena finale. Sono uno sfegatato tifoso juventino, un plateale tifoso laziale, un folkloristico tifoso romanista e un poco collegiale tifoso milanista gli altri personaggi del film che, interpretati – ad eccezione di Diego Abatantuono che dà voce al capo del tifo Juve – da attori di dichiarata fede, sono l’immagine di una veritiera passione calcistica. Massimo Boldi, Christian De Sica ed Enzo Iacchetti vestono rispettivamente i panni del tifoso milanista, di quello laziale e di quello interista, dando ragion d’essere ad una rivalità sportiva che finisce per essere spesse volte sottesa. A questi si aggiungono, oltre al già citato D’Angelo, Maurizio Mattioli e Angelo Bernabucci nelle vesti di due lupacchiotti dall’alto spirito di contatto, tanto da percuotere la personalità di Silvio Galliani (Massimo Boldi), vittima, ad un certo punto, dell’euforia romanesca per il calcio. Molto forte e innescata a colori, la vena ironica sullo sfondo del film fa sì che lo si possa considerare un ritratto dell’Italia calcistica e della rivalità tra – prendendo ad esame i club di Milan, Lazio, Inter, Roma e Napoli – tifoserie di schiere opposte.


[1] n. Lanús, 30/10/1960 – m. Tigre, 25/11/2020

By | 2020-12-02T15:15:20+01:00 Dicembre 2nd, 2020|Cinema, Cultura, Recensioni, Speciali|0 Comments

About the Author: