A pochi giorni dalla scomparsa del grande Gigi Proietti, Roma perde un altro dei suoi figli e si vede costretta a piangerlo “a distanza”. Si tratta di Stefano D’Orazio[1], spentosi ieri sera all’età di 72 anni, lasciando un ulteriore vuoto nell’arte e destando una struggente malinconia anche per l’impossibilità di stargli accanto. È questa l’essenza dei messaggi, tutti condivisi a mezzo social, da parte dei suoi amici per sempre e di tutto il mondo dello spettacolo, stretto intorno alla famiglia e alla memoria dell’ex Pooh. È Proprio un altro dei membri storici della band di Parsifal, Dodi Battaglia, a spezzare per primo il silenzio contro l’ennesimo risultato di un male che costringe tutti a rimanere da soli e combattere in totale assenza di supporto morale, descrivendone così l’impatto negativo non solo sulla vita ma anche sulla psicologia di ognuno di noi, situazione, questa, a cui lo stesso batterista aveva dato, nella prima ondata, una forte risposta con le parole di Rinascerò, Rinascerai, pezzo emblematico realizzato insieme a Roby Facchinetti per la città di Bergamo ma non soltanto.
Ricordato come un uomo ironico, altruista e affabile, il batterista ha riempito la sua carriera di tante esperienze artistiche, spaziando tra la musica e il teatro, toccando anche il versante della letteratura. Principalmente autore dei testi delle canzoni dei Pooh, D’Orazio si era ultimamente dedicato, infatti, ai musical e alle produzioni performative, allargando il suo talento saggistico anche alla stesura di libri, questo a testimonianza della legittimità di una penna di indiscutibile valore. Tra i prodotti teatrali che portano la sua firma si annoverano quelli relativi ad Aladin con Manuel Frattini in Aladin – il musical e a Zorro con Michael Altieri in W Zorro, Cenerentola con Paolo Ruffini e Manuel Frattini in Cercasi Cenerentola, Pinocchio-il grande musical a Broadway di Saverio Marconi e Pierluigi Ronchetti e Mamma mia. Primo musical italiano a tornare negli Stati Uniti dopo Rugantino nel 1964, quello relativo al burattino di Mastro Geppetto spicca per una musicalità sentita e vissuta, mentre la famigerata pièce da cui è stato tratto anche un film con Meryl Streep e Pierce Brosnan presenta, nella versione italiana, i testi intensi di un abile ed esperto professionista, aggiudicatosi un elevato successo dovuto all’adattamento e alla traduzione delle musiche originali degli Abba, confermandone la natura di astuto paroliere e scrittore, disposto a correre dei grossi rischi pur di rispondere all’esigenza di fare arte e scrivere musica[2]. A dimostrarlo sono gli innumerevoli complimenti ricevuti dopo la prima statunitense di Mamma mia! The Smash Shit Musical e i risultati del relativo tour internazionale, valsigli la conferma di una dedizione invidiabile anche nell’adattamento e nelle traduzioni. Reduce dall’esperienza con la famigerata band clou del pop italiano, l’artista romano aveva deciso di dedicarsi a progetti solisti dal 2009, rimanendo, però, sempre legato ai compagni di una vita intera, tanto da tornare, confermando l’inesorabile alchimia tra loro, per la reunion del 2016 in cui hanno celebrato il cinquantennale della band in uno spettacolo imperdibile, riproposto da Rai 1 lo scorso 5 Maggio.
[1] n. Roma, 12/09/1948 – m. Roma, 06/11/2020
[2] cfr Official Website