GIGI PROIETTI – addio a Mandrake

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GIGI PROIETTI – addio a Mandrake

Se n’è andato proprio nel giorno del suo ottantesimo compleanno e ha lasciato un vuoto enorme non solo tra la cittadinanza romana, di cui è stato un valoroso cantore per tutta la vita, ma anche per tutto il panorama culturale italiano che, inevitabilmente, perde un’altra delle sue voci più significative. Un addio molto sofferto, quello che la famiglia, la città di Roma, l’Italia intera e coloro che hanno avuto l’onore di lavorare con lui hanno dato al grande Maestro di cabaret, teatro e cinema, protagonista – dalla semplice caricatura alla robusta vena interpretativa tra grande e piccolo schermo – di uno spaccato dell’arte in ogni sua forma, dando, inoltre, vita ad un laboratorio teatrale che ha sfornato attori come Enrico Brignano, Flavio Insinna e Gabriele Cirilli.

Al secolo Luigi Proietti, il compianto artista è entrato nelle case degli italiani con personaggi e sketch indimenticabili, ormai parte della storia, tanto da rinnovarsi incessantemente e suscitare sempre nuove emozioni per quel che viene da molti identificata come la personalità del Sor Proietti. Tanti sono i ruoli che ha vestito durante la sua carriera ultra-cinquantennale, a partire dai piccoli camei per Vittorio Duse, prima, e per Ettore Scola, dopo, fino ad arrivare a dare forma a personaggi amatissimi come quello del Maresciallo Rocca per la TV o allo sprintoso Mandrake, interpretazione, quest’ultima, che lo ha consacrato quale indiscusso talento pop grazie ad un ruolo che, confezionatogli da Steno, lo ha reso celebre anche per il suo impatto linguistico romanesco su una scena che, nel caso specifico del film Febbre da Cavallo, ha condiviso con Enrico Montesano e Catherine Spaak, tra gli altri. Ripreso successivamente nella pellicola di Carlo Vanzina Febbre da Cavallo-la mandrakata del 2002, il ruolo di Bruno Fioretti alias Mandrake gli ha garantito un posto stabile all’interno della comicità italiana, sua principale vocazione alternata, però, a cavalli di battaglia come il ruolo di San Filippo Neri vestito nel 2010. Fattosi le ossa con degli strepitosi One Man Show, l’attore lascia, in relazione ad un largo entourage di ricordi su videocassette, pellicole e qua e là per tutto il web, un vasto repertorio di sketch, interpretazioni, testimonianze e partecipazioni di elevato valore, eredità, questa, da conservare con cura e tramandare con fierezza e speranza, anche relativamente al messaggio del fine vita raccolto nell’epilogo del film Preferisco il Paradiso di Giacomo Campiotti[1].


[1] AGGIORNAMENTO 04/11/2020: Il film è andato in onda ieri nella prima serata di RAI 1, in funzione di saluto nazionale al Maestro

By | 2020-11-04T21:21:41+01:00 Novembre 2nd, 2020|Cultura, Speciali|0 Comments

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