Passaggio consecutivo della linea temporale inaugurata da Step up di Anne Fletcher, il film diretto da Jon M. Chu unisce magnetismo e spettacolarità di ballo da strada e danza classica a un sottofondo tematico profondo, allestito intorno al valore della complicità e dell’amicizia. Riflesso del film apripista del franchise da cui riprende la tematica del riscatto, il prodotto porta avanti l’idea della forza collaborativa e dell’assunzione d’identità, aprendosi dall’epilogo della storia narrata nel prequel, con Tyler Gage (Channing Tatum) convocato per far ragionare – a suo modo – Andy (Briana Evigan) e riportarla sulla retta via.
Esclusa dalla famigerata Crew dei 410 e sollecitata dal belloccio Chase Collins (Robert Hoffman), la protagonista metterà su un gruppo tutto suo assoldando talenti incompresi della Maryland School of Arts, lo stesso istituto frequentato dai protagonisti del primo film della serie e che sarebbe disposto a darle l’opportunità di emergere. Trasgressiva e anticonformista per quell’ambiente, la giovane street dancer affronterà un percorso di crescita anche a livello umano, decidendo infine di sfidare i vecchi compagni di ballo e competere al The Streets, una battaglia hip hop affrescata lungo un’immagine colorita dalle suggestioni delle musiche della colonna sonora. Denso di effetti visivi e scenari pregiati, il lungometraggio presenta, inoltre, uno dei caratteri più amati di tutto il franchise, quello di Muso (Adam G. Sevani), nome d’arte e soprannome di Robert Alexander III, un simpatico studente apparentemente timido che farà breccia nel cuore di Sophie (Cassie Ventura) e che in realtà sembra essere un genio del freestyle. Tra gli altri performer che ritroveremo nei capitoli successivi, anche la frizzante Jenny Kido (Mary Koda), una tanto silenziosa quanto sorprendente ballerina dallo stile break, così come l’acrobatico e incontrollabile Capelli (Christopher Scott). Ai margini della società della scuola, tutti i ragazzi reclutati per la stravagante formazione guidata da Andy e Chase sembrerebbero portare avanti l’idea di una musica senza confini e di una danza differentemente canonica, arma vincente che lì porterà prima di tutto a diventare amici, dando alla pellicola un senso di legame e condivisione palpabile sulla stessa frequenza di ritmo. Attitudine affine a sollecitare il raggiungimento del successo, il rapporto instauratosi nel gruppo è la fotografia della disponibilità e dell’altruismo utili ad emergere in modo più affabile, obiettivo da perseguire con impegno, solidarietà, fatica, esercizio e soprattutto amore per ciò che si fa, qualità, questa, notevolmente apprezzata nel film dal preside dell’MSA interpretato da Will Kemp.