Secondo capitolo della trilogia cinematografica di Sam Raimi, la pellicola affronta la tematica delle preclusioni e degli effetti negativi indotti su Peter Parker (Tobey Maguire) dal potere di Spiderman. Turbato dall’evanescenza dei suoi poteri di ragnatela e dalla mancanza della possibilità di costruire rapporti, il giovane Parker avrebbe deciso di abbandonare la strada della salvaguardia della città.
Tutto sembra filare liscio nella riappropriazione di una vita normale da studente universitario fino a quando le mire espansionistiche di Dock Ock (Alfred Molina) finiscono per toccare gli affetti più cari del protagonista. Richiamato all’azione dagli abitanti di New York e dallo smarrimento della retta via da parte dello scienziato antagonista della vicenda, Parker indosserà nuovamente i panni del supereroe di quartiere – come gli piace definirsi – per sventare la minaccia dell’assorbimento totale della città. Minacciata dallo spaventoso scienziato robotico, Zia May (Rosemary Harris) dovrà far affidamento sull’agilità dell’eroe mascherato, il quale libererà dalle grinfie del nemico anche l’amata Mary Jane (Kirsten Dunst). Segnando una svolta nella vita del giovane ragazzo newyorkese, il lungometraggio darà a Peter l’opportunità di togliersi la maschera e rivelare la sua doppia identità, suscitando sorpresa anche nell’amico Harry (James Franco) e anticipando gli eventi che saranno centrali in Spiderman 3. Nonostante non vengano impiegati effetti speciali troppo macchinosi e luminescenti, il prodotto cinematografico risulta ben strutturato secondo il tema della responsabilità, quella assunta/smarrita e poi ripresa in mano da Spiderman, rispondendo alla natura di Blockbuster d’autore viste le anticipazioni per il seguente episodio.